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Сентябрь
2024

La battaglia sul Fondo per le vittime amianto approda da Monfalcone a Bruxelles

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La protesta della società civile verso i decreti ministeriali sul Fondo per le vittime dell’amianto alza il tiro e si catapulta direttamente a Bruxelles, place Madou. Martedì l’associazione “Ubaldo Spanghero” ha infatti presentato un reclamo alla Commissione europea, indirizzato alla Direzione generale della concorrenza, Registro degli aiuti di Stato. E il giorno stesso, alle 10.40, è stato emesso l’avviso di ricezione con l’assegnazione di un numero di riferimento. Qualsiasi sia l’esito, la Commissione registrerà le informazioni inviate e potrà decidere di indagare di propria iniziativa ove ritenesse le ragioni esposte pertinenti con le funzioni dell’organismo.

Nel reclamo il sodalizio ha manifestato alla Commissione le ragioni che, suo avviso, «integrano un’illegittima forma di aiuto di Stato a favore di una sola società, Fincantieri spa» su un tema – la tutela delle vittime di patologie asbesto-correlate e dei loro familiari – che costituisce specifico scopo statutario della “Spanghero”, sorta nel 2014 su impulso della Cgil isontina proprio per promuovere tali fini.

La spiegazione tecnica del ragionamento è illustrata da Claudio Ceron, membro del direttivo: «L’articolo 24 comma 2 del decreto legge 34/2023, convertito con modificazioni dalla legge 56/2023, che sembra istituire un fondo per la liquidazione di un indennizzo a favore di lavoratori, e loro eredi, dipendenti di società partecipate pubbliche che hanno contratto patologie correlate all’amianto durante l’attività nei cantieri navali gestiti dalle stesse società partecipate pubbliche, prevede che possano accedere al sedicente Fondo pure queste ultime».

«Ma – rileva – l’unica società partecipata pubblica che ha gestito nel corso degli anni la cantieristica navale è Fincantieri spa, prova ne sia che è anche l’unica società ad aver presentato domanda all’Inail per il beneficio economico nel 2024». Inoltre il decreto interministeriale del 5 dicembre 2023 dispone che gli indennizzi siano fruibili anche da quelle società «allorché obbligate a pagare un risarcimento a lavoratori malati o a loro eredi se deceduti per l’asbesto in forza di sentenza o verbali di conciliazione esecutivi».

«In sostanza – spiega Ceron – non si tratta di un indennizzo a favore delle vittime, bensì d’una forma di rimborso a favore delle società partecipate pubbliche in questione, destinatarie di una sentenza di colpevolezza per aver cagionato il danno alla parte lesa». Dal complesso di norme richiamate, ai suoi occhi, si evince che l’accesso agli indennizzi «è limitato ai casi in cui le “vittime” siano beneficiarie del diritto al risarcimento del danno in virtù di sentenze esecutive della magistratura o di conciliazioni giudiziali».

«Tuttavia – ancora Ceron – poiché Fincantieri di norma ottempera all’obbligo risarcitorio sancito, la reale finalità delle norme è di rimborsare una spa perfettamente solvibile di quanto già erogato a fronte della colpevole violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro». La disposizione si caratterizza pure perché «esclude dal beneficio altre società partecipate pubbliche, come Ferrovie dello Stato o Enel, che pure hanno più volte riportato condanne per l’uso improprio dell’amianto». «Quindi si tratta – arringa Ceron – di una vera e propria elargizione di risorse pubbliche a favore non già degli esposti all’amianto, ma di chi è responsabile di tali gravi eventi: un’offesa alle vittime, così equiparate ai colpevoli».

Il dl 34, convertito con modificazioni della legge 56, prevedeva una prima dotazione del Fondo per 20 milioni di euro a valere sul 2023. Successivamente, con la 213 del 30 dicembre 2023 (legge di bilancio), all’articolo 1 commi 203 e 204 s’è disposta la proroga dell’operatività del Fondo per le vittime dell’amianto. Lo stanziamento è stato ampliato a 20 milioni per ogni anno dal 2023 al 2026, con un esborso complessivo di 80 milioni che «saranno sottratti al Fondo sociale per occupazione e formazione», puntualizza sempre la “Ubaldo Spanghero”. Un impegno economico, giusto per concludere l’excursus, poi confermato dal decreto del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali di concerto con quello dell’Economia e delle finanze pubblicato lo scorso 12 agosto. —

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