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Сентябрь
2024

Niente fondi per i lavori alla Spes.  Da Rold: «Il Belluno Volley giocherà altrove»

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Mille spettatori non bastano al PalaLambioi. Il Belluno Volley ha dichiarate ambizioni di salire di categoria, e quindi ha necessità di un impianto a pieno regime. Il che significa aprire anche la parte alta delle tribune, per aumentare la capienza a 2.500 spettatori. Ecco perché la notizia che il Comune di Belluno non ha i soldi per sistemare l’impianto (e in particolare per rifare il tetto, intervento fondamentale per aprire le tribune superiori) fa sbottare il presidente Sandro Da Rold. Deluso, arrabbiato, amareggiato, dice lui stesso.

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«O l’impianto è a pieno regime o l’anno prossimo andremo a giocare fuori Belluno», afferma. Netto, pur con una punta di fastidio, perché significherebbe lasciare il capoluogo. E la squadra ha Belluno nel nome. Le alternative sono Sedico e Longarone, dove i palazzetti hanno capienza superiore a mille posti. Ma è un’ipotesi che Sandro Da Rold non vorrebbe essere costretto a dover prendere in considerazione.

Al PalaLambioi (ex Spes arena) servono importanti lavori di riqualificazione. In particolare è necessario sostituire il tetto. Serve un milione e mezzo di euro, almeno, per fare tutti gli interventi. La precedente amministrazione aveva vinto un bando ottenendo 700 mila euro, ma quel finanziamento è andato perso perché il ministero non ha accettato alcune modifiche progettuali. Il Comune di recente si è messo nuovamente a caccia di finanziamenti, ma non ha avuto fortuna con l’ultimo bando regionale, quello dedicato agli impianti di eccellenza. Niente finanziamenti significa niente lavori.

«Sono molto preoccupato», premette il presidente del Belluno Volley. «La nostra società sta investendo molto, abbiamo una squadra che sicuramente il prossimo anno giocherà nella serie superiore. Ma abbiamo un impianto che può ospitare al massimo mille spettatori. Non sono sufficienti, li superavamo anche l’anno scorso durante i playoff».

«Io davo per scontato che non solo ci fosse un progetto, ma anche che il Comune avesse i soldi per realizzarlo», continua. «Invece, leggo che non è così. Se i lavori fossero iniziati nella tarda primavera, saremmo stati a posto per il prossimo campionato. Tutti gli sforzi che stiamo facendo come società per riportare Belluno nell’élite del volley, dov’era negli anni Ottanta e dove merita di stare, così si vanno a perdere».

«Sono deluso, preoccupato, amareggiato», conclude. «Questa situazione fa perdere la voglia di lavorare. In qualsiasi altra città tutto funziona, a Prata di Pordenone, che non è un capoluogo di provincia, hanno un palazzetto interamente dedicato al volley. E qui? Prendiamo atto che non ci sono i soldi per rimodernare l’impianto. E questo comporterà andare a giocare da un’altra parte per noi».