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Сентябрь
2024

Fondazione Teatri, Ferigutti dice addio: «Non c’è più fiducia nei miei confronti»

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Alla fine ha vinto Fratelli d’Italia.

«Dopo una lunga e sofferta riflessione, ho concluso che non sussistono più le condizioni per continuare serenamente a ricoprire tale incarico». Inizia così la lettera di dimissioni «irrevocabili» inviata il 25 settembre dal presidente della Fondazione Teatri delle Dolomiti, Massimo Ferigutti al sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin.

La lettera

Una missiva in cui il dimissionario non evita di mettere in chiaro i motivi di questa scelta. E tra questi c’è la perdita di fiducia da parte del sindaco nei confronti di Ferigutti, una fiducia che fino a un paio di mesi fa invece dimostrato contro tutto e contro tutti convincendo lo stesso presidente della Fondazione a ritirare il precedente addio.

«In particolare, ho riscontrato la mancanza di rinnovata fiducia da parte Sua», scrive riferito al sindaco, «un presupposto imprescindibile per proseguire con coerenza ed efficacia il percorso di sviluppo che avevamo intrapreso. Questa assenza di sostegno ha compromesso il mio impegno e ha reso difficile lavorare in un contesto sereno e proattivo, indispensabile per affrontare le sfide e gli obiettivi che la Fondazione si è posta».

La commissione dell’11 settembre

Ferigutti, che di prima mattina il 25 ha anticipato la lettera di dimissioni su Facebook citando la famosa canzone “Non gioco più me ne vado”, sottolinea poi come «il teatro e la cultura sono risorse inestimabili per la nostra comunità, e ho sempre considerato un onore contribuire alla loro valorizzazione. Tuttavia, senza il necessario supporto istituzionale e un clima collaborativo, diventa impossibile continuare a portare avanti con serenità e dedizione i progetti e le iniziative pianificate».

L’ormai ex presidente della Fondazione Teatri non cerca la polemica ma vuole precisare come si è arrivati a questa situazione.

E tutto ritorna ancora una volta a quell’11 settembre quando è stato chiamato ad intervenire in commissione consiliare. «Il giorno prima ho spedito la mia relazione al sindaco il quale mi ha chiesto di cambiare alcuni piccoli dettagli. Poi al mattino sono stato chiamato anche dall’assessore Addamiano che mi chiedeva di rivedere quello che avevo scritto. Richieste che mi sono parse non adeguate per chi ricopre un incarico indipendente come il mio, e poi quanto avevo scritto non metteva in difficoltà nessuno. Quindi ho ricevuto la richiesta dell’assessore e anche del sindaco di non presentarmi in commissione. Ma questa richiesta mi sembrava assurda visto che erano state invitate anche le associazioni. E questa mia “disobbedienza agli ordini”, come è stata definita, mi è costata cara. Purtroppo le logiche di partito hanno prevalso in questa fase».

Ferigutti non ce l’ha con il primo cittadino che l’aveva designato per questo incarico, «ma se mi fosse stato detto che preferiva stare con l’assessore che con me sarebbe bastato, invece di dire che ero fuori perché non avevo ubbidito ad un ordine».

Nessun passo indietro

Questa volta, a differenza di qualche mese fa, l’ex presidente della Fondazione Teatri si dice deciso a non tornare sui suoi passi. «Non ci sto a questi continui logoramenti visto che non ho margine di movimento nemmeno in consiglio di gestione (dove ci sono due membri di Fratelli d’Italia, ndr). Ho lavorato due anni gratis perchè sul territorio cambiasse qualcosa. Il sindaco stesso ha appoggiato il mio accordo di programma», dice Ferigutti che non nasconde la delusione per come sono andate le cose nelle ultime settimane.

«Quando il sindaco ha parlato ai capogruppo ha anticipato che c’è già chi mi sostituirà, facendo capire che i progetti avviati in questi 15 mesi poteva portarli avanti qualche altro. Io ci ho messo anima e cuore in quello che ho fatto, ma l’impegno non mi è stato mai riconosciuto pubblicamente dal primo cittadino», precisa con un po’ di amarezza anche pensando a quale potrà essere il futuro della Fondazione Teatri. «La Fondazione non ha mai avuto un ruolo indipendente, ma è sempre stata una stampella dei residenti e rimanendo in balia della politica. È sempre stata vista come un carrozzone che va avanti così tanto che lo stesso territorio non riesce a capire fino in fondo cosa faccia. Non ha mai avuto una sua indipendenza, cosa che invece io ho cercato di darle». Chi indicherà il sindaco ora al vertice della Fondazione Teatri? La sceglierà il primo cittadino o Fratelli d’Italia? La parola spetterà, secondo quanto visto fin qui, ai partiti.