Quella linea di gesso bianco, Cattunar racconta il confine
Una linea di gesso bianco attraversa il cortile. Al centro del cortile, sopra la linea, c’è una mucca. Ha due zampe da una parte e due zampe dall’altra. La bestia sembra indecisa, non sa da che parte stare. Ecco, questa di via del Rafut è una delle foto più famose che hanno a che fare con questa storia, meglio la Storia di una linea bianca. Gorizia, il confine, il Novecento, ( Bottega Errante, 400 pagine, 25 euro), l’importante lavoro di Alessandro Cattunar, storico, che da molto tempo si occupa di quella linea che passa sotto le zampe della mucca. E’ l’ultimo tratto della cortina di ferro, tracciata dagli alleati nel settembre 1947 e che dividerà l’Italia dalla Jugoslavia e il territorio di Gorizia in modo piuttosto arbitrario.
Uscito ieri in tutte le librerie d’Italia il libro verrà presentato domani a Gorizia all’Auditorium Formedil, per la rassegna “Il libro delle 18.03”. L’autore insieme a Elena Guglielmotti, illustratrice italo-slovena che ha ne ha firmato i disegni, dialogherà con Igor Devetak, direttore del “Primorski dnevnik”. Questa è solo la prima tappa di un lavoro che farà parlare di sé, soprattutto in vista di Go2025, l’appuntamento per Nova Gorica e Gorizia di essere tra non molto capitali europee della cultura.
Cattunar ha messo su carta un progetto culturale più che decennale, che raccoglie innanzitutto una riflessione: è difficile scegliere da che parte stare, rinunciando a una parte di sè. E gli intervistati in questo libro, e sono tanti, lo sanno bene. E poi evidenzia un nuovo punto di vista: confrontarsi con la bellezza della complessità, ponendo ascolto a diverse voci che creano un mosaico che in qualche modo si associa a quello che in piazza Transalpina/Trg Evrope segna il punto in cui passa il confine. Strutturato a itinerario, con mappe e archivi della memoria, è composto da parole, foto, illustrazioni e contenuti multimediali ed è il punto d’arrivo di un più ampio progetto di public history, che ha portato Cattunar nel corso degli anni, insieme all’associazione Quarantasettezeroquattro, a raccontare questa storia con linguaggi e modalità differenti. Tra le novità infatti di “Storia di una linea bianca. Gorizia, il confine, il Novecento”, è che l’oggetto libro della tradizione editoriale entra nel mondo vivo della comunicazione digitale e si trasforma. Tra le pagine infatti emerge la possibilità di accedere all’intervista completa dei testimoni attraverso un codice QR. In questo modo, chi ne avrà voglia, potrà approfondire i loro percorsi biografici, ma anche ascoltare la viva voce dei protagonisti, e osservarli mentre raccontano.
Come osserva giustamente Cattunar: «A livello italiano credo ci sia necessità di proporre una narrazione su queste terre che non sia focalizzata solo sui grandi traumi – sulla snazionalizzazione degli slavi e sulle foibe, per capirci – ma che sia in grado di tracciare un panorama più ampio, all’interno del quale quei drammi possano essere ben contestualizzati. Più in generale, in questo periodo in cui la riflessione sul ruolo, i compiti e l’importanza dell’Unione europea è piuttosto accesa, anche a fronte del riemergere di nazionalismi», così prosegue, «penso che osservare il Novecento da un territorio di frontiera possa essere molto stimolante, per interpretare anche molte tendenze contemporanee».
Ecco gli altri appuntamenti con l’autore. Domenica 13 ottobre sarà a Cividale alla Somsi per Rassegna Identità, e insieme a Elena Guglielmotti e dialogherà con Monica Mosolo. Poi il 27 ottobre sarà a Udine al “Circolo Nuovi Orizzonti” per Arci Udine ai Rizzi per Connessioni.