Rissa al luna park di Udine, cinque addetti alla sicurezza finiti sotto processo: disposta l’archiviazione per gli steward
Erano accusati di rissa e, uno di loro, anche di porto abusivo di armi (nel caso specifico un tirapugni). Si tratta di cinque steward che nel novembre 2023 erano rimasti coinvolti in una rissa con alcuni minori in piazza Primio Maggio, nelle pertinenze del luna park d’autunno. Nei loro confronti il giudice per le indagini preliminari, Matteo Carlisi, ha disposto l’archiviazione delle accuse, «in quanto gli atti non permettono di formulare una ragionevole previsione di condanna».
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A darne notizia è l’avvocato Francesca Tutino, che ha difeso i cinque indagati. «Siamo soddisfatti per come si sono sviluppate le indagini e per la decisione del giudice – è il commento di Tutino –. In città c’è bisogno di queste figure pronte a mettere a rischio la propria incolumità per il bene comune. Non va dimenticato che a causa di questa indagine le persone coinvolte nella vicenda hanno subito la sospensione dei titoli prefettizi indispensabili per operare, situazione che ha provocato un notevole disagio dal punto di vista lavorativo».
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Gli indagati erano Sergiu Morosanu, Donalt Veizi, Dario Farina, Mohamet Siradji Banse e Samuel Lisi, incaricati dalla società Cmp Security. Quel pomeriggio di due anni fa stano svolgendo un servizio di controllo al luna park quando il richiamo fatto a uno dei minori stranieri sedutosi su una transenna ha scatenato una rissa che ha coinvolto una ventina di giovani, scagliatisi contro gli steward con calci, pugni, sputi e con il lancio di sanpietrini.
Le guardie private, nel tentativo di allontanare i minori dalle famiglie presenti in quel momento accanto alle giostre, avevano lanciato delle transenne, facendo venire il dubbio alle forze dell’ordine giunte sul posto di un loro coinvolgimento diretto nella rissa. Come precisato nel decreto di archiviazione, «dall’analisi dei filmati di video sorveglianza si appurava che la colluttazione avveniva tra un gruppo di giovani di origine straniera e personale addetto alla sicurezza». Nel documento viene precisato come «non risultati possibile escludere che il personale del servizio d’ordine si stesse limitando a difendersi». In ragione di tale circostanza non risulta accertabile l’effettiva esistenza di gruppi contrapposti con vicendevole intenzione offensiva dell’altrui incolumità personale».
Da qui la scelta del giudice per le indagini preliminari di procedere con l’archiviazione. Lo stesso è avvenuto per uno degli imputati, Lisi, accusato di aver utilizzato durante le fasi concitate della rissa, un tirapugni: «Anche in ordine all’oggetto contenuto nella mano destra di Lisi – evidenzia il decreto di archiviazione – le risultanze indiziarie non permettono di sostenere che si trattasse proprio di un cosiddetto tirapugni o di altra arma di cui non è consentito il porto senza licenza». Come ha concluso l’avvocato Turino «il mestiere di addetto alla sicurezza risulta essere sempre più difficile anche a Udine, dove bande di ragazzini sono sempre più spesso protagoniste di azioni improvvise, pericolose e violente». —
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