Fine vita, una nuova mozione riapre il tema anche in Fvg
Un combinato disposto di avvenimenti nazionali e regionali riapre il tema del “fine vita” anche per il Consiglio regionale. Mentre il capo della Lega Matteo Salvini apre alla «libertà di coscienza» per gli eletti del Carroccio, in piazza Oberdan sta per arrivare una nuova mozione d’opposizione che chiede alla Regione di spingere il parlamento a legiferare in materia.
Martedì al Consiglio federale della Lega, Salvini ha di fatto confermato una posizione già espressa: nel gennaio scorso, dopo aver approvato l’affondamento della misura sul fine vita voluta dal presidente leghista Luca Zaia, il capo del partito aveva comunque sottolineato che «il partito non è una caserma».
La conferma ufficiale è arrivata lunedì, garantendo la libertà di coscienza per le prossime votazioni. In Fvg la questione era stata trattata nei mesi scorsi, quando la maggioranza aveva bocciato una proposta di legge dell’opposizione basandosi su un parere dell’avvocatura che indicava nel parlamento l’assemblea competente a legiferare in materia. Il presidente Massimiliano Fedriga, in ogni caso, aveva sottolineato di avere un’altra posizione rispetto a Zaia, vedendo «una deriva pericolosa su eutanasia e suicidio assistito».
Ora l’opposizione torna alla carica ponendo la questione in altri termini. Il testo è stato presentato dai consiglieri Enrico Bullian e Roberto Cosolini (Patto per l’autonomia e Partito democratico) ed è sottoscritto da tutta l’opposizione. Si chiede all’aula di votare perché parlamento e governo «si adoperino per legiferare quanto prima a livello nazionale sulla possibilità di ciascuna cittadina e ciascun cittadino di scegliere e ottenere con tempi certi e procedure lineari un “fine vita” dignitoso, a partire da quanto stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale del 2019». Bullian ha presentato anche un’interrogazione per chiedere quanti altri casi, oltre a quello di “Anna” e di Martina Oppelli, siano avvenuti in Fvg.
Nel frattempo è il consigliere di Forza Italia Roberto Novelli a scompigliare le carte: «Sempre più nei partiti politici sta passando la linea della libertà di coscienza – scrive ieri in una nota -. Mi sembra una scelta matura. Ricordo che già alla Camera dei Deputati mi ero già espresso in modo difforme rispetto al mio gruppo votando la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito. E aggiungo che se il Consiglio regionale dovesse esprimersi su una legge voto dedicata a questo tema, manterrei la stessa posizione rivendicando il fatto che Forza Italia è un partito liberale che lascia libertà di coscienza sui temi etici». Nei mesi scorsi il capogruppo Andrea Cabibbo aveva assunto una posizione opposta, ma Novelli specifica che la sua considerazione «non incide sugli equilibri interni al partito».
E il resto del centrodestra? Il capogruppo di Fratelli d’Italia Claudio Giacomelli è scettico: «È la terza o quarta volta che il centrosinistra forza la mano per parlare di un argomento che non è competenza regionale. Tra le iniziative per cui la Regione era incompetente e iniziative in cui la Regione sarà ininfluente, mi pare che per loro sia più importante sventolare la propria opinione politica». Quanto ai casi più recenti, dice: «La presenza di una legge non avrebbe cambiato nulla, visto che resta decisivo il voto del comitato scientifico».
Il capogruppo leghista Antonio Calligaris ricorda che il Consiglio si era espresso «più sul metodo che non sul merito del fine vita», ponendo la questione della mancata competenza: «Ricordo che l’opposizione raccolse 9 mila firme illudendo i cittadini». Sul prossimo testo, però, c’è una cauta apertura: «La questione non riguardava la libertà di coscienza, ma la consapevolezza che il tema del fine vita è di competenza nazionale e non regionale. Quando la richiesta di voto alle Camere arriverà in aula potremmo ragionare sul tema, sempre nel rispetto del ruolo del parlamento».
Il capogruppo di Fedriga Presidente Mauro Di Bert osserva: «Valuteremo la nostra posizione, non credo però serva che noi diciamo al governo come muoversi. Rilevo come sull’autonomia differenziata l’opposizione ci accusi di spaccare il Paese, poi sia pronta ad avere venti legislazioni regionali diverse su un tema delicatissimo come il fine vita». —