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Сентябрь
2024

All’Annunciata nel nome di Naval'nyj: «Un invito ad assumersi responsabilità in prima persona»

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«Se non io e adesso, chi e quando?» è la domanda di Aleksej Naval'nyj, morto in carcere nella Russia di Putin di cui è stato forse il più grande oppositore negli ultimi anni. A porla davanti alla sala dell’Annunciata gremita martedì sera è stato Adriano dell’Asta, curatore del libro Io non ho paura, non abbiatene neanche voi del politico e blogger russo e già direttore dell’istituto di cultura a Mosca. L’occasione è stata l’incontro organizzato da Diocesi di Pavia e Russia Cristiana in collaborazione con The most maiorum, parrocchia del Carmine, centro culturale Belgioioso e Laude Novella su stimolo della professoressa Rosanna Nano del dipartimento di biologia e biotecnologie dell’università di Pavia che ha condotto la serata.

«In tanti siamo colpiti dalla figura di Naval'nyj – riassume Nano – che non è un eroe ma un uomo che ha fatto un passo morale. Un politico che diceva la verità in un sistema fondato sulla menzogna e per questa sua posizione si è inimicato Putin e tutto il sistema». Un’esperienza che, nella serata di martedì, è stata messa in relazione a quella di Aleksandr Isaevič Solženicyn e del dissidente Václav Havel poi divenuto presidente della Cecoslovacchia. «Di falla pressione che un regime può esercitare – spiega nano – l’umanità dell’uomo reagisce. Ma il rischio comporta delle conseguenze: per Havel la prigionia, per Solženicyn il gulag, così come per altri uomini e donne nel mondo, anche oggi, dall’Iran al Pakistan. In un quadro del mondo così pessimistico, allora, perché vale la pena sperare? Primo, ha spiegato dell’Asta, perché anche se la situazione non cambia, l’uomo può cambiare. Se non reagisco io, chi può reagire, e quando? Tutto il libro e l’esperienza di Naval'nyj è un invito a ciascuno perché si assuma le proprie responsabilità: se non io e adesso, chi e quando? Uno spera cambino le circostanze, ma la realtà così com’è va affrontata, anche assumendosi una responsabilità individuale per il pezzo di mondo che ci circonda».

L’incontro nasce da un’ispirazione incontrata al Meeting di Rimini che ha incrociato l’attenzione della professoressa Nano verso l’Europa Orientale, coltivata negli anni, sin dalla giovinezza attraverso Russia cristiana di padre Romano Scalfi. «Naval'nyj, come altri, ha fatto scelte che potevano costargli la vita – spiega Nano -. Non è un eroe che combatte contro i mulini a vento ma una persona spinta dal desiderio di verità. Come quegli otto che sono scesi in piazza a Mosca con un cartello dopo l’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’Unione sovietica, con scritto «Per la vostra e nostra libertà». Come Si tratta di avere coraggio conoscendo le conseguenze di quello che si fa».