«Lingua blu, pericolo passato ma resta attenzione massima»
PEROSA CANAVESE. «Ormai possiamo dire di essere fuori pericolo, ma la preoccupazione per l’epidemia di febbre catarrale (la blue tongue o lingua blu) è stata davvero tanta; mentre, siamo riusciti a contenere le perdite economiche».
Emanuel Ottina, 35 anni, è il titolare dell’omonima azienda specializzata nell’allevamento di vacche da latte della specie Frisone, quelle pezzate bianche e nere: 200 quelle adulte, più altrettanti vitellini e 200 le pecore, allevati in spazi distinti in un capannone all’avanguardia per il benessere animale con l’impianto di ventilazione e la grande spazzola per permettere ai bovini di grattarsi, il veterinario aziendale ed il tecnico specializzato. La sua a Perosa Canavese, è stata un’azienda focolaio: «Due vacche sono morte mentre una decina si sono ammalate. E così anche per le pecore. I controlli che facciamo ogni mattina – racconta Emanuel, quarta generazione di allevatori e passione che si percepisce subito – ci hanno permesso di scoprire l’arrivo della malattia e di correre ai ripari con le cure del caso: antibiotici ed anti infiammatori. Purtroppo due vacche non sono sopravvissute, ma le altre ora stanno bene. Come è noto la Blue tongue non si trasmette all’uomo, ma se l’animale è sottoposto a cure antibiotiche il latte non può essere commercializzato. Bisogna buttarlo via. E la mia azienda si regge sulla produzione di latte».
Degli annunciati vaccini però nemmeno l’ombra.
«Li stiamo ancora aspettando dalla Francia. – spiega Sergio Tos che per Confagricoltura Torino è responsabile del quadrante zootecnico.– Ma soprattutto dobbiamo pensare a una profilassi seria a tappeto e nei tempi giusti, per prevenire l’epidemia che potrebbe ripresentarsi già in primavera, a causa dei cambiamenti climatici che portano ad un aumento precoce delle temperature. Non trattandosi poi di una malattia virale, ma di una febbre causata da un moscerino vettore, i bovini non si immunizzano». L’infezione si era diffusa dalla metà delle scorso agosto. Rapidamente in tutto il Canavese e nella bassa Valle d’Aosta: i dati forniti dal servizio veterinario dell’Asl/To4 indicavano 68 allevamenti colpiti dalla “lingua blu”, su un totale di oltre 200.
«La malattia non è trasmissibile all’uomo -ribadisce Ivano Amedeo, responsabile del servizio veterinario area A sanità animale dell’Asl/To4 - e non comporta alcun problema di sicurezza degli alimenti. La profilassi consiste nel trattamento di tutti gli animali dell’allevamento, interessati e non, dalla con prodotti insettorepellenti. È poi necessaria l’igiene delle strutture, a cui deve seguire l’utilizzo di prodotti insetticidi ed il mantenimento degli animali all’interno di strutture chiuse affinchè siano meno esposti alle punture degli insetti».
«La Regione, con la quale avevamo aperto un tavolo di crisi due settimane fa insieme alle altre organizzazioni di categoria agricola – aggiunge Tos - ci aveva garantito l’approvvigionamento del vaccino ed un contributo agli allevatori che lo utilizzeranno: il costo è di 7-8 euro per capo». Intanto la produzione lattiero-casearia ha subito un duro contraccolpo ed i vaccini ancora non arrivano. Lydia Massia