L’omicidio di Vincenza Saracino, il sospettato è fuggito in Venezuela
L’ha uccisa con cinque coltellate tra collo e mandibola e meno di 12 ore dopo ha lasciato Treviso e l’Italia. Lo ha fatto ancora prima che, il giorno successivo, fosse diramata dalla prefettura di Treviso la segnalazione di persona scomparsa e che il cadavere venisse trovato, abbandonato lungo il muro esterno del casolare di via Maleviste a Canizzano.
Il principale sospettato per l’omicidio di Vincenza Saracino dopo averla uccisa, quel pomeriggio di sole del 2 luglio scorso, ha atteso una sola notte prima di imbarcarsi da Venezia su un volo per il Venezuela, dove è fuggito.
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Quando i carabinieri, mercoledì 3 luglio, trovarono il corpo esanime della cinquantenne, lui era già arrivato a destinazione a migliaia e migliaia di chilometri da Vincenza e il crimine che lui stesso aveva perpetrato.
Lui. Perché si tratterebbe di un giovane uomo, molto vicino a Vincenza e alla sua famiglia. Una persona di cui la donna si fidava, che conosceva ed è per questo motivo che si sarebbe lasciata avvicinare e avrebbe seguito il suo assassino in quel luogo isolato distante poche centinaia di metri da casa.
E non sarebbe stata l’unico momento trascorso insieme quel giorno: Vincenza e il suo assassino hanno pedalato insieme per un breve tempo dopo che lei era stata a fare la spesa all’Iperlando di Preganziol e prima di arrivare a casa, dove lui la avrebbe attesa prima di andare insieme in bicicletta in via Maleviste.
A confermarlo sarebbero state alcune delle immagini scandagliate dagli inquirenti delle 150 telecamere tra quelle comunali e quelle delle abitazioni private presenti lungo il tragitto compiuto da Vincenza prima di venire uccisa. Cosa è successo dopo il loro incontro? Perché l’assassino l’ha convinta ad andare proprio in quel posto abbandonato, ma comunque vicinissimo a casa, dove l’aspettavano sua figlia e suo marito?
Le indagini sarebbero vicine ad una svolta, cosa che porterebbe a svelare in modo definitivo il movente che ha portato all’omicidio e che permetterebbe anche di appurare se il killer abbia agito con premeditazione o meno. L’uomo che oggi è l’indiziato numero uno è salito sul primo aereo verso il Sudamerica per fuggire e far perdere le sue tracce dopo un raptus violento e incontrollabile, oppure era già in possesso da tempo del biglietto e aveva pianificato di uccidere barbaramente e senza pietà quella donna che conosceva bene e che di lui si fidava?
La famiglia, tramite l’avvocato Luigi Fadalti, commenta: «Abbiamo atteso con fiducia che si svolgessero le indagini e ora con la stessa fiducia aspettiamo che il cerchio si chiuda definitivamente e che il killer di Vincenza abbia definitivamente un nome».
Il marito e gli inquirenti hanno sin da subito escluso sia la pista passionale che quella legata alla professione della 50enne di Canizzano, cioè la commessa del sexy shop De Sade di proprietà del marito Fabio Stefanato: Vincenza non era tipo da oltrepassare il limite, era una donna devota al marito, troppo legata alla famiglia per avventurarsi in percorsi poco chiari e con i clienti non intratteneva rapporti al di fuori del lavoro.
Ora è questione di tempo, quello necessario per mettere la parola “risolto” sul fascicolo di Enza, perché possa finalmente riposare in pace.