Superbonus, impresario indagato: «Intascati crediti per 221 mila euro»
Indebita percezione di erogazioni pubbliche, è l’accusa dalla quale deve difendersi Davide Battan, 56 anni, di Casalserugo. Da quanto contestato dal pm Roberto D’Angelo, avrebbe fatto sparire - in qualità di impresario - falsi crediti d’imposta per circa 221 mila euro.
Tutto nasce dalla volontà di una coppia di sistemare grazie al Superbonus una bifamigliare a tre piani situata a Albignasego. Marito e moglie contattano l'odierno indagato in qualità di amministratore della Riba srls e concordano le opere per la ristrutturazione dell'abitazione. I due effettuano pagamenti per 57 mila euro quindi l'impresario propone di proseguire i lavori ricorrendo alle agevolazione fiscale per complessivi 221 mila euro.
Dalla contestazione della procura, nel corso del tempo, Battan avrebbe presentato una documentazione falsa conseguendo indebitamente falsi crediti di imposta per un ammontare della stessa cifra. Il tutto presentando “Una dichiarazione di assenso dei terzi titolari di altri diritti reali” sulla quale veniva posta la firma falsa del marito, nonché un documento per il conferimento di incarico in suo favore per la sottoscrizione digitale e la presentazione telematica allo sportello unico attività produttive del comune di Albignasego, sul quale veniva posta la firma falsa della moglie.
La contestazione del reato è stata fatta il 24 maggio del 2021. Battan è difeso dall’avvocato Riccardo Rocca. Le persone offese, sessantenni, sono assistite dall’avvocato Federico Alati.
L’indagine era scattata dopo una denuncia della coppia alla Guardia di Finanza e una precedente ai carabinieri di Bovolenta. Ora l’udienza preliminare è stata fissata il 16 gennaio prossimo, il giudice deciderà se rinviare o meno a processo l’impresario.
Il giudice, durante la diatriba legale, ha commissionato una consulenza tecnica d’ufficio, dall’ingegner Lucio Bonafede, per accertare come siano andate le cose. Per il consulente, Battan, allo stato attuale, deve effettuare ancora lavori per 175 mila euro a compensazione dei danni subiti, delle lavorazioni non effettuate o eseguite in maniera difforme o non a regola d’arte e per i difetti riscontrati, che andranno a compensare quanto già pagato all’impresa. Sarebbero quindi state fatte delle cessioni del credito in mancanza delle lavorazioni previste.