Eventi climatici estremi, a Nord Est è corsa ad assicurarsi. E le polizze costano di più
Piogge torrenziali, alluvioni, grandine ed esondazioni. Le cronache di questi giorni sono l’ennesimo promemoria, semmai ce ne fosse bisogno, dell’impatto crescente del cambiamento climatico sulle nostre vite.
Gli eventi estremi sono sempre più frequenti (l’anno scorso sono stati ben 378 in tutto il Paese) e il conto che presentano sempre più elevato.
La gestione dei danni si è tradizionalmente basata su un intervento ex post da parte dello Stato, che dal secondo Dopoguerra al 2019 - è uno studio di Prometeia a dirlo - si è trovato a spendere oltre 300 miliardi di euro in riparazioni. Adesso, con gli eventi climatici estremi che aumentano di anno in anno, si cerca di correre ai ripari e di spartire gli oneri.
I dati dell’Ania
Proprio perché lo Stato si è sempre fatto carico dei danni, in Italia non si è mai diffusa una cultura dell’assicurazione sulla casa contro le calamità naturali, a differenza di quanto avviene in altri Paesi particolarmente esposti agli eventi estremi, come gli Stati Uniti o il Giappone. Secondo uno studio dell’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, l’83,8% delle polizze attive al 31 marzo 2024 non presentava alcuna estensione per il rischio terremoto o alluvione. Le cose però iniziano a cambiare.
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Se nel 2016 esistevano solo 440 mila polizze che coprivano anche i danni da catastrofi naturali, oggi queste sono progressivamente aumentate arrivando a ben oltre il milione: per la precisione 1,2 milioni nel 2020; 1,4 milioni nel 2021 e nel 2022; 1,7 milioni nel 2023 fino a 1,9 milioni all’inizio del 2024. In termini di unità abitative assicurate, è plausibile che attualmente siano all’incirca 2,1 milioni, su un totale di 35,3 milioni di abitazioni censite.
In termini percentuali, parliamo quindi del 5,9 per cento.
Una cifra ancora contenuta, che è comunque cresciuta notevolmente negli ultimi anni: basti pensare che nel 2009 si stimava che le case assicurate contro le calamità naturali fossero appena 35 mila. In altre parole, un aumento di quasi 60 volte.
Le differenze sul territorio
Insomma, si sta diffondendo una consapevolezza del rischio diversa. Del resto, dal 2009 ad oggi ci sono anche state oltre 40 alluvioni e diversi terremoti importanti. In generale al Nord, territorio più vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico, le assicurazioni sono più diffuse. In tutte le province venete, ad eccezione di Venezia, le case assicurate contro le catastrofi naturali sono tra il 6 e il 10 per cento del totale.
Questi stessi numeri si riscontrano anche in provincia di Pordenone e Udine. Nel Veneziano ci si ferma ad una fetta tra il 4 e il 6 per cento; in provincia di Trieste siamo oltre il 10 per cento. Forbici oltre la doppia cifra si riscontrano in poche province, prevalentemente tra la Toscana, l’Emilia Romagna, la Lombardia e in quella autonoma di Trento, dove si arriva al 17 percento.
Al Sud e nelle Isole, invece, l’incidenza delle abitazioni assicurate è in media pari all’1,7 per cento.
«Numeri insufficienti»
Alcuni giorni fa la presidente dell’Ania - Maria Bianca Farina - ha sottolineato come siano ancora troppi i cittadini e le imprese che non investono in una polizza sulla casa, nonostante le catastrofi naturali siano in aumento: «Attualmente solo il 6 percento delle abitazioni e il 5 per cento delle imprese è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione.
Il gap di protezione - ovvero la differenza tra perdite economiche totali e la copertura assicurativa - risulta di ampia entità e in crescita, lasciando milioni di persone e di aziende esposte a perdite devastanti senza adeguate garanzie finanziarie», ha detto.
Si ragiona sull’obbligo
L’aumento degli eventi climatici estremi degli ultimi anni sta spingendo per un cambio di paradigma. E il governo starebbe ragionando sull’obbligo di polizza non solo a tutela delle imprese, ma anche delle abitazioni private.
Per il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, «è finito il tempo in cui lo Stato poteva erogare risorse per tutti e per sempre»
. Intervenendo proprio alla conferenza dell’Ania, ha detto che «la prevenzione non può essere un obbligo solo a carico delle istituzioni» e che «ogni cittadino deve essere consapevole di vivere su un territorio a rischio» per cui si rendono necessarie delle iniziative preventive.
Dichiarazioni, quelle del ministro, che non sono piaciute al Codacons. Che ha denunciato: «Le assicurazioni connesse alle abitazioni private hanno subito negli ultimi tre anni rincari complessivi del +21,1%, con le compagnie assicuratrici che tra il 2021 e il 2024 hanno ritoccato al rialzo le tariffe delle polizze».
Per poi aggiungere: «A fronte degli eventi meteo estremi più frequenti e all’aumento del numero di famiglie che decidono di tutelarsi dalle calamità naturali, il prezzo delle polizze sulla casa hanno registrato una costante escalation.
Per evitare l’ennesima stangata a danno dei cittadini e la crescita incontrollata dei premi assicurativi, va pensato un sistema in cui le tariffe delle polizze sulla casa siano calmierate dallo Stato».