Cairoli, 102 prof contro la palestra in cortile: «Chiediamo lo stop definitivo dei lavori»
PAVIA. Gli insegnanti del Cairoli si oppongono alla palestra da costruire nel cortile storico di palazzo Olevano, il pregiato edificio di proprietà comunale che risale al ’700. È la prima volta che i docenti prendono posizione in pubblico: «Chiediamo la sospensione definitiva dei lavori, a favore del posizionamento di una tensostruttura che non crei pericoli alle fondazioni». Questo il contenuto di una lettera sottoscritta da 102 docenti su 190 totali – la presidenza non ha aderito – e indirizzata al sindaco Michele Lissia (Partito democratico) e alla vice Alice Moggi (Pavia a colori), al presidente della Provincia Giovanni Palli (Lega) che si sta occupando dei lavori e alla Soprintendenza provinciale.
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Le loro parole sono un grido di protesta e amore nei confronti di un palazzo secolare già sfregiato ad agosto quando, per allestire il cantiere, sono stati fresati i capitelli del cancello d’ingresso per far passare un’imponente gru su ruote, usata per posare i tralicci di una gru statica da cantiere. Il danno stimato: circa 20mila euro in tutto, mentre il ripristino spetterà alla ditta esecutrice. Il cantiere, inoltre, non è stato fermato.
«Intervento invasivo»
«Abbiamo deciso di prendere posizione durante il collegio docenti» spiega Valeria Bevilacqua, professoressa di storia dell’arte presso il corso di scienze umane del Cairoli: si è fatta portavoce dei 102 che hanno firmato. «Con più tempo per raccogliere le firme, avremmo avuto molte altre adesioni. Come docenti, siamo preoccupati per l’invasività del progetto, che potrebbe influire anche sulle fondazioni del palazzo. Parliamo di una palestra da circa 9 metri, alta fino al primo marcapiano dell’edificio. Significa che negli uffici di segreteria non entrerà più luce. Ma non è soltanto un problema estetico: già oggi, la tenuta del muro di cinta di palazzo Olevano desta perplessità, visto che una parte è stata messa sotto osservazione». I lavori per la palestra del Cairoli alimentano da tempo il dibattito cittadino: del cantiere se ne occupa la Provincia, che ha competenza sull’edilizia scolastica.
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Un progetto da circa 600 metri quadri da realizzare in un giardino di grande pregio, ma “bocciato” da accademici e da diversi consiglieri comunali della maggioranza attuale e passata. Per questo e altri interventi che riguardano palazzo Olevano sono stati stanziati 2.6 milioni di euro, tra fondi provinciali e del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza).
La settimana scorsa c’è stato un nuovo vertice in Provincia per fare il punto sul cantiere e, nonostante l’attuale giunta si dica contraria all’intervento, fermarlo sarebbe rischioso: «L’opzione di bloccare l’intervento avrebbe comportato irragionevoli e significativi rischi legali ed economici» ha spiegato in quell’occasione il sindaco Lissia, che ha chiesto alla Provincia di compensare il nuovo cemento con più verde. Ma i docenti della scuola non sono d’accordo: «L’obiettivo non è far la guerra ai colleghi di ginnastica» afferma Guido De Caro, professore di lettere. «La mancanza di una palestra è un problema, ma il progetto originario della tensostruttura ci sembra la mediazione più rispettosa per preservare un edificio storico di altissimo pregio».
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LA LETTERA
I docenti dell’istituto Cairoli di Pavia hanno appreso che la nuova palestra che verrà costruita nel cortile dell’Istituto non sarà una tensostruttura come previsto qualche anno fa, ma una struttura in muratura a “gradoni” alta complessivamente 8,80 metri dal livello del giardino pensile, altezza questa del primo marcapiano dello storico palazzo Olevano. In merito a questa scelta, che ci appare assolutamente estranea all’architettura e all’importanza storica del palazzo, vorremmo fare alcune osservazioni.
Palazzo Olevano è un edificio del XVIII secolo costruito su fondazioni medioevali che a loro volta potrebbero insistere su preesistenze romane e il giardino pensile su cui dovrebbe sorgere la palestra,è composto prevalentemente da terra di riporto, risulta pertanto fortemente a rischio archeologico e geologico, tanto è vero che la stessa Soprintendenza, nella sua nota del 20 aprile 2023 contenente il parere sull’intervento favorevole ma condizionato, prevede che «preliminarmente alla realizzazione delle opere, si proceda all’esecuzione di sondaggi stratigrafici, da concordare con questo Ufficio nel numero, nelle dimensioni e nell’ubicazione, al fine di valutare conservazione ed entità del deposito archeologico nelle aree interessate dalla realizzazione di iniezioni cementizie e micropali. Tali sondaggi, il cui esito potrà eventualmente comportare modifiche progettuali, dovranno essere eseguiti, fino al raggiungimento del terreno sterile, da ditta specializzata in ricerche archeologiche». Segnaliamo pertanto che la costruzione della palestra insisterebbe quindi in un’area fortemente critica sotto il profilo archeologico, rimandando le analisi stratigrafiche di ricerca alla fase immediatamente precedente l’intervento, analisi che invece avrebbero dovuto essere prodotte in fase di valutazione sulla opportunità del sito, al fine di pervenire a decisioni coerenti. Un altro aspetto rimarcato dalla richiamata nota della Soprintendenza riguarda l’edicola sul fondo del giardino e il relativo muro di contenimento. Per quanto riguarda l’edicola va assolutamente rimarcato che tale elemento rappresenta il punto focale finale dell’asse architettonico di palazzo Olevano, asse che si sviluppa dal fronte dell’immobile, dal centro dei tre cancelli (quello vandalizzato), attraverso la porta centrale del cortile sul fronte strada, dalla porta sopra la gradinata nel giardino sul retro, per focalizzarsi appunto sull’edicola. Questo asse visuale, elemento architettonicamente rilevante tipico di palazzi coevi, sarebbe completamente annullato dalla costruzione prevista proprio nel mezzo del giardino interno, impedendone stabilmente la vista. Sotto poi il profilo della volumetria che si andrebbe a creare di fatto a ridosso della facciata retrostante del palazzo, derogando dalle distanze previste di legge tra gli edifici, la stessa occuperà l’intero cortile togliendo la luce naturale agli uffici di segreteria affacciati al piano terra e costringendo gli impiegati a lavorare tutto l’anno con luce artificiale. Non da ultimo, mancano accurate indagini geologiche, le fondazioni di palazzo Olevano, risalenti al ‘700, sono certamente fragili e le sollecitazioni sottoposte dai lavori di cantiere potrebbero nell’immediato o a breve tempo produrre cedimenti della struttura.
Tenuto pertanto conto delle osservazioni riportate e del fatto che il solo conferimento dei materiali di lavoro presso l’Istituto ha procurato dei danni (fresatura dei capitelli settecenteschi) i docenti chiedono di conoscere quali misure siano state prese per il rispetto in toto delle emergenze storico-architettoniche-artistiche e della statica dell’edificio. Chiedono inoltre che vengano rese pubbliche le perizie geologiche e archeologiche, per opportuna conoscenza da parte di tutti coloro che fruiscono, a diverso titolo, degli spazi del Palazzo. Chiedono la sospensione definitiva dei lavori previsti dall’attuale progetto a favore del posizionamento alternativo di una tensostruttura mobile che non crei pericoli alle fondazioni e stabilità dell’edificio.
Seguono 102 firme