Laver Cup, Shelton: “Rispetto agli altri sono più abituato a giocare il doppio in situazioni di pressione”
Da Berlino, il nostro inviato
Se il buongiorno si vede dal mattino, la Laver Cup 2024 si prospetta come una delle migliori. Per la seconda volta nella storia della competizione, infatti, Team Europe e Team World si trovano sul 2-2 dopo il primo giorno di incontri. A risultare decisivo è stato il doppio vinto nell’ultimo match di giornata da Taylor Fritz e Ben Shelton contro Alexander Zverev e Carlos Alcaraz. Una vittoria bella, importante per il morale e il punteggio. In un’atmosfera esaltante e non ritrovabile ovunque, specie trovandosi di fronte al n.1 tedesco in Germania.
“Penso che il punto in cui ci troviamo a fine giornata sia una grande cosa“, riflette il n.1 d’America, “è una differenza enorme essere 2-2 o trovarsi sotto 1-3. Con il 2-2 pari è come se avessi azzerato la giornata, mentre sull’1-3, allora dovremmo vincere più partite di quante ne perdiamo andando avanti. Quindi, alla fine, questa partita può fare una grande differenza. E penso sia stato avvertito da ambo le parti“. Shelton, proverbialmente dotato di un carattere più acceso e spesso più attento al contorno, vista che la giovane età, sposta invece la disamina proprio sull’atmosfera in sé, su cosa significhi giocare una competizione del genere.
“Ho pensato che l’atmosfera fosse davvero intensa“, ammette Ben, “ogni volta che c’è una partita della Laver Cup è una sensazione intensa, con i compagni di squadra a bordo campo, gli stadi piuttosto pieni, un pubblico ovviamente più grande di quello a cui siamo abituati per una partita di doppio. Penso di essermi abituato abbastanza all’atmosfera della Laver Cup dopo l’esperienza dell’anno scorso, giocando alcune partite di doppio nei momenti più importanti, anche se avevamo un grande vantaggio nel punteggio. Poi ero con Taylor, che è un veterano della Laver Cup, o un veterano in generale, quindi non sono troppo preoccupato, lui è preparato per qualsiasi cosa là fuori“. Alle parole fa poi eco un siparietto in cui Shelton si scusa con il compagno, giurando di non avergli dato del vecchio.
Nonostante la tarda ora si respira comunque un’atmosfera familiare, con entrambi i giocatori a proprio agio per la situazione, ma chiaramente felici anche per la bella vittoria e il buon tennis espresso. Non banale per due che non sono doppisti e che giocavano insieme per la prima volta. “Come mi sento in campo in doppio dipende dalla situazione“, riflette Fritz, “giocare contro dei doppisti o contro dei singolaristi è una sensazione abbastanza diversa. Oggi abbiamo sì giocato in doppio, ma era un po’ più come il singolare perché c’erano quattro singolaristi in campo. In questo tipo di situazione mi sento estremamente a mio agio nel giocare, perché Ben si prende cura del suo servizio, quindi non devo fare molto a rete quando serve, e posso ben concentrarmi sul mio servizio, sulla risposta e sul sorprendere il giocatore a rete. È allora che mi sento a mio agio nel giocare in doppio“.
Pensiero abbastanza condiviso anche da Shelton, che tra i due è il più abituato a condividere con un compagno la propria parte di campo: “Sono abituato a giocare il doppio in situazioni di pressione. Questa è probabilmente l’unica differenza tra me e molti altri, perché ho giocato a tennis al college, dove spesso si gioca a doppio. Ovviamente qui c’è un palcoscenico molto più grande, ma sono abituato a preoccuparmi molto del doppio. Quindi mi sento a mio agio, ma ogni incontro rende il doppio molto diverso. Giochi contro due doppisti, ad esempio, e nessuno forza la risposta.
Ti lanciano un pallonetto ogni volta, fanno serve and volley ad ogni punto, sono letteralmente sulla rete rete. Poi giochi con singolaristi ed è un po’ diverso. Rimandano la palla trasversalmente, colpiscono in modo più pulito dalla linea di fondo, ma non si muovono tanto a rete, quindi ti senti un po’ più a tuo agio nel rispondere. Ci sono poi altre combinazioni, un giocatore in singolo e uno in doppio, quindi possono succedere molte cose. Devi saper adattarti“. E un colossale sbadiglio accompagnato da un sontuoso: “Voglio andare a dormire“, pone la parola fine e alla prima giornata di azione a Berlino. Poche certezze, ma avremo senza dubbio di che divertirci in questo weekend.