Ventuno produttori fanno squadra per creare insieme il “Vino di Sgonico”
Si sono uniti per dare vita a un’iniziativa che non ha precedenti nella provincia di Trieste: creare il primo “vino protocollare” di un comune, in questo caso quello di Sgonico. Sono 21 i viticoltori del piccolo centro carsico, ciascuno del quali ha donato una cassetta di proprie uve, vitovska e malvasia le qualità predominanti, che sono state portate nell’azienda agricola di Gregor Budin, giovane imprenditore che opera a Sales, dove saranno lavorate fino all’imbottigliamento, in vista della presentazione del “Vino di Sgonico”.
L’evento sarà ospitato nel corso dell’importante “Mostra dei vini di Sgonico”, che si svolge in primavera. «E nel 2025 l’appuntamento vivrà un’edizione speciale – spiega Rado Milic, assessore a Sgonico e produttore componente della squadra dei 21 viticoltori che hanno aderito alla proposta di creare il “vino protocollare” – perché sarà la 60esima».
La funzione del “Vino di Sgonico”, questa la denominazione che potrebbe essere attribuita al prodotto, anche se spetterà all’amministrazione comunale decidere quale sarà l’etichetta che identificherà il bianco, sarà quella di rappresentare, a livello istituzionale, il vino locale.
«In ogni occasione ufficiale – riprende Milic – cioè mostre, concorsi, appuntamenti, che si svolgeranno nel nostro comune o altrove, questo vino sarà portabandiera del territorio per quanto riguarda il vino».
Per sottolineare il rilievo del momento del conferimento delle uve, è stato predisposto un semplice ma significativo rituale. Ciascuno dei 21 partecipanti ha personalmente versato le proprie uve nella diraspatrice, cioè la macchina che separa i raspi dagli acini. «Al termine dell’operazione – dice Milic – abbiamo brindato al successo dell’iniziativa. Ho piacere di evidenziare che l’entusiasmo ha contagiato tutti i 21 viticoltori. Il progetto ci ha accomunato, facendo superare, proprio nello spirito della proposta, eventuali visioni politiche diverse e il fatto di essere talvolta in bonaria concorrenza fra di noi, com’è giusto che sia in un contesto economico e commerciale».
Molto soddisfatta è apparsa la sindaca di Sgonico Monica Hrovatin: «Ringrazio tutti i viticoltori che hanno aderito perché si sono impegnati a condividere la preziosa uva, mentre un altrettanto sentito ringraziamento va all’azienda agricola Budin, che ha messo a disposizione la propria cantina per la lavorazione del prodotto».
Gregor Budin ha vissuto una storia molto particolare: fino al 2015 era impegnato professionalmente in un settore completamente diverso, poi ha deciso di dedicarsi alla vigna e alla produzione di vino, riprendendo l’attività che i genitori avevano sospeso. Fra l’altro la struttura di Budin dispone di una cantina scavata ex novo, fra la pietra carsica ricca di roccia dura, ma con meno venatura di terra rossa. —
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