Catturata la lupa del Piave, gli esperti: «Altri esemplari forse ancora liberi»
È stata catturata domenica notte, 15 settembre, la lupa del Piave, che si aggirava nel territorio delle Grave di Papadopoli a Cimadolmo. A darne notizia per primo, domenica mattina, è stato proprio il sindaco di Cimadolmo, Giovanni Ministeri: «Il lupo è stato catturato dal personale attivato dalla Provincia ed è stato messo in sicurezza dal personale veterinario preposto al servizio sanitario ed è stato visitato. È stato portato in un luogo protetto, interdetto alle visite di visitatori e curiosi, al fine di evitare problematiche di qualsiasi natura».
Non è ancora certo che sia lei la protagonista di centinaia di avvistamenti nella Marca negli ultimi mesi, perché gli esemplari potrebbero essere più di uno.
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Dalle prime notizie, avute sempre dal sindaco di Cimadolmo, pare che la lupa si stesse aggirando nella zona golenale del Piave, all’altezza di via Lungoargine superiore, presso l’area che il Comune di Cimadolmo ha dato in concessione alla polisportiva Voluntas per le annuali manifestazioni. Quasi certamente si tratta della stessa lupa che aveva fatto visita sabato 7 settembre al Festival celtico “Feffarkhorn” e che negli stessi giorni si aggirava anche dalle parti del ristorante Le Calandrine.
La cattura
La lupa è stata catturata nel corso della notte tra sabato e domenica grazie all’intervento coordinato dalla Regione del Veneto e composto dalla squadra di cattura dell’università di Sassari, con il supporto della Polizia provinciale di Treviso e Belluno e il servizio veterinario dell’Ulss 2 Marca Trevigiana. La lupa è stata recuperata anche grazie alla rete di comunicazioni avviata dal Comune di Ponte di Piave.
A seguito della cattura, è stata addormentata e subito dopo è stata sottoposta a esami medici e radiografia dal veterinario responsabile del Centro di recupero fauna selvatica (Cras) della Provincia di Treviso: l’animale è in salute ed è in un luogo sicuro per i necessari accertamenti sanitari.
Le istituzioni
«Una grande rete di forze e comunicazioni sul campo tra Regione, Province, Prefettura e Comuni che ha permesso di individuare la lupa e metterla in salvo, a tutela della cittadinanza e dell’animale stesso – le prime parole di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – grazie al coordinamento della Regione e alla squadra di cattura, che ha unito esperienze e competenze, ai sindaci dei Comuni in cui la lupa è stata avvistata e con l’interessamento della sindaca di Ponte di Piave, Paola Roma, finalmente l’animale è in sicurezza. Il nostro Cras, con il veterinario Martini, e la Polizia provinciale hanno seguito le attività di segnalazione e monitoraggio e realizzato le prime cure. Ora la lupa andrà in un luogo sicuro. Ringrazio anche i cittadini che hanno collaborato, segnalando gli avvistamenti: un vero lavoro di squadra tra istituzioni e comunità».
Più lupi?
È consuetudine da parte del Cras di liberare nel loro ambiente naturale gli animali catturati, dopo essere stati visitati e curati. Sembra tuttavia che l’esemplare di lupo individuato in vicolo Lantini a Salettuol di Maserada lo scorso giovedì sera 12 settembre e poi urtato da un’auto di passaggio nella limitrofa via Piave, non fosse lo stesso catturato stanotte, in quanto un lupo non attraversa il Piave da Maserada a Cimadolmo, in questi giorni in cui il fiume è percorso da una mole consistente d’acqua.
Gli addetti ai lavori sostengono che lungo l’asta del Piave, tra Ponte della Priula e Ponte di Piave, siano diversi i lupi che si stiano aggirando nel territorio.
Dal vertice tenutosi in Prefettura il 27 agosto, è emerso che un lupo, che è un animale protetto, si ciba di circa tre chili di carne al giorno e mediamente può percorrere oltre 25 km giornalieri.