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Сентябрь
2024

Doppio evento a Bruxelles: Feruglio e Zanussi raccontano l’arte del Fvg

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Gli artisti friulani Claudio Mario Feruglio e Toni Zanussi espongono le loro opere in due distinte mostre personali a Bruxelles nell’ambito del progetto La Regione a Bruxelles attraverso i suoi artisti, allestite nell’Orangerie e nella Sala mostre. L’evento, ideato e curato dall’architetto Marianna Accerboni, è realizzato grazie ai contributi forniti dall’Istituto di Cultura italiano in Belgio, dalla Regione, dall’Ente Friuli nel mondo, dai Fogolârs Furlan e dall’Associazione giuliani nel mondo. L’inaugurazione delle due personali si è tenuta giovedì 12 nella sede della Regione in Rue du Commerce.

L’udinese Claudio Mario Feruglio ha fatto, in questi cinquanta anni, della ricerca di trascendenza il tema fondante della propria opera: un’arte sospesa tra rigore, lirismo e percezione dell’infinito, con un battito d’ali che tocca e coinvolge il sentire collettivo.

Toni Zanussi, nativo di Qualso, si può certamente definire un autodidatta, ma è un aggettivo che quasi sminuisce la sua vita intensa, con quella voglia immensa di conoscere il mondo nelle sue diverse manifestazioni. Gillo Dorfles, lo definì “Pittore della cosmogonia e della contaminazione tra materia e realtà sociale, artista del recupero degli sprechi e poeta”. I suoi lavori parlano del reale, trascendendone il significato e idealizzandolo attraverso simbolismi iconici e di speranza e collocandosi nell’ambito di quel filone espressivo che ha caratterizzato, in nome della libertà, buona parte dell’arte e persino dell’architettura del Novecento e contemporanea, a partire da Mirò.

I due sono amici di vecchia data e insieme hanno ideato e condiviso molti progetti, come artisti e operatori culturali. Hanno trascorso mezzo secolo d’arte trovandosi negli anni settanta dentro i grandi cambiamenti sociali che hanno colto facendo dell’arte una ragione di vita. Si sono affacciati nel panorama artistico friulano in punta di piedi, giovanissimi. Guardavano con ammirazione ai lavori dei grandi maestri: i Basaldella, Mušič, Zigaina, Anzil, Pizzinato, Spacal, Mascherini, agli scrittori Giacomini, Bartolini, Sgorlon. Ma i giovani hanno bisogno di scoprire il mondo a 360 gradi. Non c’erano tutti gli strumenti mediatici di adesso e dunque si faceva più difficoltà a spostarsi fuori regione per cercare i contatti giusti, per far conoscere il loro lavoro. Lucatello, Baldan, Ceschia, Colò, Ciussi, Dora Bassi era il nuovo che veniva avanti.

Poi ci fu il terremoto che portò il Friuli all’attenzione internazionale. La ricostruzione e un repentino sviluppo architettonico-urbanistico dei paesi fu concausa di cambiamenti sociali, taluni a volte radicali ma che non impedirono ai friulani di risorgere mantenendo fede alla propria identità alle tradizioni, alla lingua e alla cultura.

«Non abbiamo mai seguito le mode del momento – sottolinea Feruglio – e oggi possiamo dire serenamente di esserci nutriti della nostra storia, pur con stili e modi diversi di fare pittura, ma comunque uniti nello spirito dell’autentica cultura friulana da cui abbiamo sempre tratto ispirazione».

«Sì – aggiunge Zanussi– il Friuli è un luogo speciale, fatto di silenzi, di luci e di ombre, di ascolti interiori, di attese, di acque, di colline e di montagne, di paesi che si danno alle notti stellate di luna mentre il declinare del giorno si fa poesia, fratellanza. Ci sentiamo dentro il dibattito sociale guardando al Friuli, responsabilmente impegnati a fare dell’arte uno strumento di riconciliazione con la vita”. Le due personali di Bruxelles hanno, dunque, forte, l’impronta di un sentire il Friuli come una porta aperta sull’Europa dei popoli. Sanno benissimo che l’arte non può cambiare il corso della storia, ma può sensibilizzare le persone e renderle in qualche modo speciali e protagoniste»