Scuola, a Padova settimana corta in crescita: la fanno già 4 mila studenti
Cresce anno dopo anno il numero degli studenti degli istituti superiori della città che fanno la settimana corta e vanno a scuola dal lunedì al venerdì, con il sabato libero.
Succede anche per altri 700 ragazzi del biennio dello Scalcerle. «Prima di fare il preside a Padova sono stato dirigente all’istituto Almerico da Schio, a Vicenza», spiega il preside Giuseppe Sozzo, «Abbiamo deciso il weekend libero e da otto anni nessun genitore l’ha contestato. E’ ora che anche in tutta Italia il sabato si possa restare in famiglia».
Un’organizzazione che in effetti si trova in quasi tutti gli Stati dell’Unione Europea ma che in Italia non è ancora altrettanto diffusa.
I dati
A Padova sono ora circa 4 mila su 20 mila gli studenti delle scuole medie superiori cittadine ad adottare il modello della settimana corta. Tra gli istituti dove si resta a casa al sabato ci sono il Marconi (oltre 1000 ragazzi) in via Manzoni e in via Cave, il Leonardo da Vinci, in via San Giovanni da Verdara, il Ruzza in via Michele Sanmicheli, il Duca d’Aosta in via Del Santo, l’Einaudi, l’istituto professionale San Benedetto da Norcia in via Cave, aggregato al tecnico agrario Duca degli Abruzzi e i bienni del Calvi e dello Scalcerle.
Al Calvi la settimana corta avanza anche nel triennio. Tant’è che già attualmente la stanno adottando 100 studenti su 660. Per restare a casa al sabato e fare ogni giorno dal lunedì al venerdì sei ore occorrono il via libera sia del collegio e sia del consiglio d’istituto.
La situazione del Calvi
«Il cambio dell’orario, in genere, soddisfa tutti», osserva il preside del Calvi, Giuseppe Turetta, «Studenti, docenti e famiglie. E porta numerosi vantaggi: riposo al sabato sia per i docenti che per i ragazzi che, in questo modo, possono dedicarsi ad attività sportive o culturali. Con la settimana corta, poi, è stato riscontrato che c’è una maggiore efficienza delle risorse umane e anche una riduzione delle assenze del personale. Con il sabato a casa migliorano il traffico e l’inquinamento perché circolano meno auto, meno moto e meno autobus».
E c’è un altro, importante, motivo che non deve essere assolutamente sottovalutato fanno notare nel mondo della scuola. Ci guadagnano anche le casse pubbliche, nello specifico l’amministrazione provinciale e di conseguenza lo Stato visto che, con la scuola chiusa al sabato, non c’è la necessità di tenere acceso il riscaldamento.
Ma cosa dicono a riguardo i genitori? «Alcuni anni fa al Valle, l’istituto dell’Arcella frequentato da mia figlia, è stato effettuato un sondaggio per verificare se a noi genitori potesse piacere la settimana corta», spiega Daniela Miele, «A maggioranza hanno vinto i no. Per quanto mi riguarda la scuola solo dal lunedì al venerdì non mi dispiacerebbe e credo che andrebbe bene anche a mia figlia, anche se lei si è adeguata ad andare a scuola sei giorni alla settimana».
Diverso il commento di Miriam Agostini, che è la coordinatrice del movimento Moige, che, a sua volta, fa parte del Forum padovano delle associazioni dei genitori. «Da anni c’è un’ampia letteratura a riguardo», sottolinea Agostini, «Molto dipende dall’impostazione didattica ed educativa adottata dalla scuola e dal team dei docenti che insegnano in un determinato istituto. Liquidare il tutto in una risposta sì o no sarebbe estremamente riduttivo. Comunque è giusto che, prima di essere adottato il weekend a casa debba essere approvato sia dai docenti che dai genitori».