F1, ‘del domani non v’è certezza’. Basta un’inezia per spostare gli equilibri e cambiare i valori
I valori attuali in F1 si muovono sul filo del rasoio, è sufficiente veramente poco per ribaltare una situazione, oppure per spostare gli equilibri quel poco che basta per modificare nella sostanza i rapporti di forza. Anche una differente mescola di pneumatici, oppure il lay-out del tracciato. Al riguardo, basti osservare le fluttuazioni di rendimento che stanno caratterizzando Ferrari e Mercedes.
Di riffa o di raffa, tra la fine di giugno e quella di luglio, le Frecce d’Argento hanno vinto tre gare su quattro. Dal canto loro, le Rosse invece annaspavano nel poco ambito ruolo di quarta forza, ovverosia l’ultima ruota del carro fra i top team del Circus. Al contrario, tra Monza e Baku la SF-24 si è tramutata nella monoposto più competitiva (solo sul long run in Brianza, tout-court sul budello azero), mentre la W15 “non ha toccato palla”.
Questo per dire che è impossibile fare qualsiasi previsione relativa all’evoluzione della stagione. Mancano 7 Gran Premi e 3 Sprint durante i quali può accadere davvero di tutto. Per esempio, molti danno ora per spacciata la Red Bull nella rincorsa al Mondiale costruttori, il quale sembrerebbe essere indirizzato verso la McLaren con Ferrari a rappresentare l’alternativa più credibile.
Però è davvero così? Chi può escludere che il Drink Team rinasca come ha saputo fare il Cavallino Rampante dopo la pausa estiva? Non dimentichiamoci dell’esistenza di un lungo break tra Singapore e il Gran Premio degli Usa. L’intervallo tra il GP nella città stato asiatica e quello in Texas durerà tanto quanto quello intercorso fra Spa-Francorchamps e Zandvoort.
L’unico punto fermo in questa F1 è rappresentato dal fatto che non ci siano sicurezze! Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto sia, del domani non v’è certezza. Scriveva Boccaccio nel Trionfo di Bacco e Arianna. Una filosofia da applicare al Circus contemporaneo, dove oggi festeggiano Piastri e la McLaren e a Marina Bay, chissà!