Oggi apre la caccia, il Tar proibisce di sparare ai volatili: accolto il ricorso degli animalisti
PAVIA. Il Tar della Lombardia bagna le polveri ai cacciatori. I giudici del tribunale amministrativo regionale hanno infatti accolto la richiesta di sospensiva presentata da alcune associazioni animaliste (Lega Abolizione Caccia, Wwf, Lipu, Lav, Lndc) disponendo che la stagione venatoria 2024-2025, la cui prevista è prevista da oggi, non aprirà all’avifauna come invece previsto dal calendario regionale. Lo stop è fino al 2 ottobre. Alla base della richiesta, il fatto che «l’apertura della caccia il 15 settembre, secondo la direttiva uccelli europea, l’Ispra e la stessa legge quadro 157, pregiudichi la conservazione di moltissime specie ancora alle prese con le cure della prole». Un’apertura parziale, dunque, che ha già sollevato proteste e polemiche non solo fra gli appassionati, ma anche da parte delle Regione che di fatto vede bocciato, per ora, il provvedimento adottato.
Niente caccia agli uccelli
In concreto, fino al mese prossimo ci sarà un’apertura limitata solo ad alcune specie, che esclude però tutta l’avifauna. I cacciatori pavesi non l’hanno presa bene.
«Di fatto fino a quella data sarà possibile cacciare solo lepre e coniglio selvatico e la volpe – dice Domenico Buscone, vice presidente dell’Atc (Ambito territoriale di caccia) di Varzi –. Per quanto riguarda invece l’avifauna, cioè gli uccelli, è sospesa fino al 2 ottobre, come disposto dal Tar». Gli atti impugnati non riguardano gli istituti faunistico venatori a gestione privata, ovvero le riserve: quindi il decreto non si applica a questi spazi, ad eccezione dell’avifauna migratoria non allevata, per la quale il prelievo è sospeso. L’attività di abbattimento degli ungulati, cioè i cinghiali, è invece consentita, secondo le disposizioni vigenti a causa delle restrizioni per la peste suina.
Le reazioni
«Una decisione che lascia increduli e che penalizza i cacciatori lombardi e l’intera amministrazione regionale, che aveva presentato un calendario equilibrato – commenta l’assessore lombardo all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Alessandro Beduschi – . Contestare il nostro provvedimento, adottato oltre due mesi fa, a ridosso dell’apertura della stagione venatoria, è un chiaro tentativo di arrecare il massimo danno possibile, senza nemmeno entrare nel merito dei contenuti del calendario».
L’amministrazione regionale, conclude l’assessore regionale Beduschi, «non si fermerà qui, in quanto continueremo a difendere con forza il diritto dei cacciatori lombardi e a sostenere un calendario venatorio che è frutto di un’attenta pianificazione e di equilibrio. È però inaccettabile che un’attività che solo in Lombardia impegna decine di migliaia di cittadini che pagano regolarmente le licenze e che hanno dei diritti costituzionali, sia in balia di tecnicismi burocratico giudiziari».
«Il decreto attraverso il quale il Tar ha accolto l’istanza cautelare presentata da diverse associazioni animaliste è l’ennesima conferma che, quando Regione deve prendere una decisione in materia venatoria, abitualmente prende quella sbagliata – dice la consigliera regionale M5S Paola Pollini –. Riteniamo questo rinvio importante anche in funzione dei rischi legati alla possibile ulteriore diffusione del virus della peste suina africana, imputabile alla circolazione di persone, mezzi e animali all’interno di aree infette. Ci auguriamo che queste due settimane siano utili per riflettere sulla sospensione della stagione venatoria al fine di evitare un ulteriore diffondersi dell’epidemia».