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Сентябрь
2024

L’affettuoso abbraccio con Paola Del Din: «Il presidente sa come unire l’Italia»

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La sua tempra d’acciaio ha vinto, come sempre, la battaglia contro il tempo e gli acciacchi dell’età.

Paola Del Din Carnielli, 101 anni, medaglia d’oro della Resistenza, non ha voluto restare seduta per leggere le poche, ma significative, righe rivolte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Davanti al capo dello Stato ci si alza in piedi - ha detto Del Din - e io non mi sottraggo, perchè voglio dire grazie al presidente che fa un lavoro faticoso, va dappertutto, nei piccoli paesi, nelle grandi città. Fa un lavoro di cucitura dell’Italia molto importante, perchè il nostro deve essere un Paese unito. Viva la Carnia, viva l’Italia libera».

Mattarella naturalmente non ha mancato di ricambiare, con grande affetto e partecipazione, i ringraziamenti. Ha salutato la professoressa appena entrato nella tensostruttura che in piazza ad Ampezzo ha ospitato la cerimonia ufficiale per gli 80 anni della Zona libera della Carnia, e poi prima di accomiatarsi dalla folla che lo ha applaudito a lungo, è tornato a omaggiare Paola Del Din e le sue parole, che rappresentano un insegnamento, rivolto in primis alle giovani generazioni.

E i ragazzi hanno dimostrato di apprezzare, tanto che alcuni di loro hanno chiesto di fare un selfie accanto alla medaglia d’oro, che ha sorriso compiaciuta e felice.

Ad assistere alla cerimonia c’erano anche altri tre partigiani, tutti alle soglie del secolo di vita, tra i pochi sopravvissuti dopo otto decenni dalla fine della Seconda guerra mondiale e di quegli «anni di orrori», come ha rimarcato il capo dello Stato.

Tra di loro, fazzoletto tricolore al collo e impermeabile beige, Dino Candusso, classe 1926, di San Vito al Tagliamento, nome di battaglia “Athos” che ha ringraziato il presidente per la sua presenza e lo ha incoraggiato «a fare sempre discorsi così belli e antifascisti». Camicia rossa, cappello verde militare, anche Dorino Cantarutti, di Manzano, quasi 98 anni, nome di battglia “Verde”, fu tra i primi a unirsi alle formazioni garibaldine nella primavera del 1944, quando aveva appena compiuto 17 anni.

«Ho fatto tutti i combattimenti finchè mi catturarono i nazisti nella Bainsizza - racconta con una punta di commozione Cantarutti - . Oggi vado ancora in giro a testimoniare quanto ho vissuto in quegli anni di guerra e di lotta partigiana. A Mattarella ho detto di continuare così, mi ha fatto molto piacere stringergli la mano».

Non sono mancati, nel corso degli interventi ufficiali, degli intermezzi musicali con il coro popolare della Resistenza di Udine che ha intonato, con Mario Martinis alla chitarra, “Tornerò domani”, mentre poco prima il coro Peresson di Arta Terme aveva cantato alla messa in chiesa. Quando Mattarella stava lasciando la piazza di Ampezzo, si sono esibiti anche i ragazzi del coro dell’Istituto comprensivo “Val Tagliamento” di Ampezzo, applauditissimi al termine dell’esibizione.