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Сентябрь
2024

Mattarella ad Ampezzo per gli ottant’anni della Repubblica partigiana dell’Alto Friuli: «In Carnia le radici della Costituzione»

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato ad Ampezzo alle 10.30 di sabato 14 settembre, con un quarto d’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia programmata, accolto dal governatore Massimiliano Fedriga, poi ha deposto la corona al Monumento ai Caduti alla presenza del picchetto d’onore della Brigata alpina Julia, Ottavo Reggimento alpini, prima del saluto alla gente, che ha contraccambiato con un lungo e caloroso applauso, tra le grida «Bravo presidente, viva l’Italia antifascista».

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La visita è stata fortemente voluta dal Capo dello Stato per partecipare alle celebrazioni per gli 80 anni della Repubblica partigiana dell’Alto Friuli.

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Inconfondibili anche le voci dei tanti bambini delle scuole, coreografici nel loro sventolare sorridenti le bandierine tricolori, attorniati da donne con i tradizionali costumi carnici.

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«Oggi la Repubblica, qui, in Friuli, riconosce in queste popolazioni, in Carnia, radici della nostra Costituzione, che alimentano la nostra vita democratica». Ha esordito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, concludendo il suo intervento alla cerimonia per gli 80 anni della zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli, ad Ampezzo. «Vi è una serie di ricordi di queste esperienze» delle Repubbliche partigiane: «Da Montefiorino all'Ossola, dall'Alto Monferrato alla Valsesia, alla Carnia, venne offerto l'esempio di genti che non si contentavano di attendere l'arrivo delle truppe alleate ma intendevano sfidare a viso aperto il nazifascismo, dimostrando che questo non controllava né città né territori, mettendo a nudo quello che era: truppa di occupazione. Ecco perché la battaglia della Resistenza era una battaglia per l'indipendenza, oltre che per la libertà».

  • Guarda il video integrale del discorso di Mattarella ad Ampezzo:

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Il Capo dello Stato Il presidente Mattarella «fa una vita molto faticosa passando dal visitare luoghi di sciagure ad altri luoghi dove si sono svolti fatti storici, il suo è un lavoro di ricucitura dell'Italia». Lo ha detto la medaglia d'oro al valore militare Paola Del Din, 101 anni, che ha voluto essere presente anche lei ad Ampezzo in occasione della visita del Capo dello Stato. Del Din, che era giunta in sedia a rotelle, ha voluto ad ogni costo alzarsi in piedi per tenere il suo discorso, sorretta da una persona. «Voglio guardarlo di fronte il Presidente - ha detto prima di cominciare a parlare e alzandosi in piedi - Voglio vederlo finché è possibile».

Del Din ha poi ricordato i giorni in cui si è costituita la Repubblica della Carnia sottolineando il ruolo delle donne in quella esperienza. «Il 1944 fu un anno carico di orrore, in Italia e in Europa. Il progressivo ritiro delle truppe naziste lasciava dietro di sé una drammatica scia di stragi. Ne sono testimonianza i villaggi dei nostri Appennini e delle nostre Alpi violati e incendiati, da Sant'Anna di Stazzema a Marzabotto, da Civitella Val di Chiana a Fivizzano. A Boves, alla Carnia - ha ricordato il capo dello Stato nel suo discorso -. L'offensiva alleata martellava le città con bombardamenti dagli esiti spesso tragici, come quello che portò, a Milano, alla morte di 184 bambini, nella Scuola elementare Francesco Crispi di Gorla. Da Fossoli partivano i trasporti degli ebrei verso i campi di sterminio di Bergen Belsen e Auschwitz».

«Contemporaneamente prendeva forza il movimento di Resistenza al fascismo che, con il regime della Repubblica sociale italiana, era complice della ferocia nazista», ha aggiunto in uno dei passaggi più applauditi dell'intervento. «Si affacciavano i primi embrioni di partecipazione politica e di aspirazioni democratiche - ha proseguito Mattarella -. Ad Ampezzo, la Repubblica rende oggi onore a quanti hanno contribuito alla causa della libertà, animando l'esperienza delle zone libere, delle Repubbliche partigiane. Una causa esemplarmente raffigurata qui dalla Medaglia d'oro Paola Del Din».

«Ringrazio molto Paola Del Din per la sua preziosa testimonianza», ha proseguito il Capo dello Stato rivolgendosi alla partigiana, 101 anni compiuti in agosto, in prima fila alla cerimonia ad Ampezzo per gli 80 anni della zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli, ad Ampezzo. Nel suo discorso, il capo dello Stato ha anche sottolineato che la causa della libertà è «esemplarmente raffigurata qui dalla Medaglia d'oro Paola Del Din». «Oggi, qui, ad Ampezzo, rendiamo onore ai friulani che, con la Repubblica Partigiana della Carnia e dell'Alto Friuli, vollero battersi per la loro terra, per le loro radici, per quei valori di solidarietà che hanno sempre caratterizzato la convivenza tra queste montagne».

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Mattarella ha poi ricordato che «una Repubblica, anello di quella corona di “zone libere” che avrebbe contribuito a dare il senso del nascere, dopo quello dissoltosi nell'estate del 1943, di uno Stato “nuovo”, con un ordine costituzionale che non vedeva più sudditi bensì cittadini», ha aggiunto, descrivendo poi a percezione della vita democratica nel 1944. «Dopo venti anni di dittatura in cui la memoria dell'ordinamento democratico era stata rimossa, occorreva far ritrovare ai cittadini il sentimento della libertà. Anche a questo - ha notato - corrispondeva il proposito di dare vita nelle zone libere alle forme di autogoverno che, ai comandi del Corpo Volontari Libertà, univano la costituzione di organi di potere popolare per regolare l'amministrazione della vita delle comunità locali. Fu così qui in Carnia, dove le donne furono protagoniste per la prima volta nel voto, espresso nelle assemblee dei capifamiglia, e nella organizzazione del soddisfacimento dei bisogni della popolazione, come ricordava poc'anzi la presidente regionale dell'Anpi, con le portatricì che, riesumando l'esperienza del primo conflitto mondiale, seppero consentire la sopravvivenza della popolazione durante l'assedio».

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Intorno alle 12 il Presidente della Repubblica da Ampezzo si è spostato a Illegio, dove è giunto alle 12.27. Mattarella è stato accolto anche qui dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, dal prefetto Lione e dal sindaco di Tolmezzo, Vicentini.

Il Capo dello Stato ha visitato la mostra “Il coraggio”, la ventesima organizzata nella frazione del comune di Tolmezzo, accompagnato dal curatore dell’esposizione, don Alessio Geretti.

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«L’orizzonte di una comunità non dipende dalle sue dimensioni, ma dalla profondità dello sguardo che aumenta, dal senso della convivenza nella comunità. Il senso di comunità è quello che fa crescere l'orizzonte, la comprensione, il senso di percezione della vita degli elementi», ha precisato Mattarella, parlando a braccio dopo la visita alla mostra di Illegio, nel momento dedicato ai discorsi ufficiali.

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Il Presidente della Repubblica ha preso la parola dopo la presidente del comitato di San Floriano, Lara Iob, il parroco di Tolmezzo don Angelo Zanello e don Alessio Geretti. L’intervento di Mattarella non era previsto: «Il coraggio, l'arte, la bellezza del pensiero, la speranza, la percezione della condivisione, comunanza di valore e destino delle persone al di sopra di qualsiasi confine. Per questo il vostro è un messaggio di straordinaria importanza», ha detto il presidente, formulando «alti complimenti» agli organizzatori della mostra.

Anche nella frazione tolmezzina, come in precedenza ad Ampezzo, il presidente è stato salutato dalle autorità: tra gli altri erano presenti il ministro Luca Ciriani, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, quello del Consiglio regionale, Mauro Bordin, la deputata Debora Serracchiani, l’arcivescovo di Udine, Riccardo Lamba.

Mattarella ha poi incontrato una rappresentanza delle scuole di Tolmezzo all’ingresso del teatro tenda, accolto dal Canto degli italiani intonato dal coro Artemia di Torviscosa.

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Al termine, verso le 13.30, il Presidente ha raggiunto per il pranzo il ristorante Cà di Pierute, prima di decollare con l’elicottero dal campo sportivo di Illegio con destinazione Rivolto, per poi fare ritorno a Roma.