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Сентябрь
2024

L’Italia è in grado di integrare l’AI alla didattica “tradizionale”?

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Se ne parlava già da alcuni mesi, ma solo da qualche ora è ufficiale: l’intelligenza artificiale è pronta a sbarcare nella scuola italiana. Ovviamente non si tratta di una sostituzione dei docenti, ma un assistente virtuale – secondo quanto annunciato dal Ministro Valditara e dal suo Consigliere a capo di questo progetto sperimentale – che indosserà le vesti del tutor personale e sarà guidato dal professore di turno. Si tratta, dunque, di una prima fase di prova che vedrà coinvolti gli studenti di 15 scuole sparse in quattro Regioni: Calabria, Lazio, Lombardia e Toscana. Un raggio d’azione molto limitato che riguarderà, almeno per il momento, solamente un supporto alle materie STEM e alle lingue straniere. I risultati di tutto ciò saranno valutati dall’Invalsi dopo due anni: se saranno positivi, questo sistema entrerà a regime per tutti, altrimenti si troveranno nuove soluzioni.

AI nelle scuole, al via la sperimentazione in Italia

Ma quale sarà l’assistente virtuale? Manca ancora il decreto ministeriale, ma già sappiamo che sarà installato all’interno della suite Google Workspace. Il sillogismo sembra essere piuttosto semplice: se è coinvolta una piattaforma di Google, probabilmente il chatbot AI utilizzato farà parte della famiglia di Gemini. Ma su questo manca ancora l’ufficialità come manca anche l’indicazione di quali classi saranno coinvolte in questo progetto ad ampio respiro ma a raggio più che ridotto. E quali sono i rischi? Tra le principali criticità c’è proprio il campione così ridotto di studenti coinvolti (in maniera facoltativa) i cui risultati potrebbero anche essere soggetti a biasimo in grado di condizionare le future decisioni politiche.

A proposito di futuro: sapete da dove prende spunto questa idea? Da uno studio datato oltre 40 anni fa. Era il 1984 quanto il pedagogista americano Bloom mostrò i risultati della sua ricerca: gli studenti affiancati da un tutor personale ottengono risultati migliori in molte materie rispetto a chi non è seguito da un assistente. Ora il ministero vuole verificare se è possibile traslare questa conclusione anche all’intelligenza artificiale.

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