Occupano la casa per tre volte: i vigili fanno murare gli ingressi
Erano stati sgomberati mercoledì 4 settembre, dopo che in quelle stesse stanze abbandonate si era consumata un’overdose fatale. Esattamente una settimana dopo, l’11 settembre, sono stati visti rientrare dalla porta, un varco aperto a martellate tra i mattoni piazzati dal Comune.
E, di nuovo, la polizia locale li ha costretti ad uscire nell’arco di 24 ore. Ma il 13 mattina erano ancora lì, ancora una volta impegnati in una guerra di attrito con gli agenti del comando del Tronchetto. Alla fine l’hanno avuta vinta le divise, che hanno liberato per la terza volta il civico 2736 di Castello, in campo della Celestia. E subito sono stati richiamati gli operai per murare la porta e sbarrare le finestre.
L’ultima occupazione
La coppia di sbandati che ha preso possesso del palazzo il 13 le ha tentate tutte per non farsi scacciare: lei ha dichiarato anche di essere incinta, così da attivare la salvaguardia prevista in questi casi anche nei confronti degli inquilini abusivi, ma il suo strillo evidentemente non è bastato a convincere gli agenti, in mancanza di una qualsiasi prova - anche solo visiva - che confermasse la sua condizione.
La battaglia del 13 mattina è stata comunque lunga e difficoltosa per gli uomini della polizia locale, che certo non potevano ricorrere all’uso della forza per far sgomberare dallo stabile i due, italiani di etnia sinti; l’alternativa, allora, poteva essere quella di attivare la Procura per un decreto di sequestro dell’edificio, per motivazioni di ordine pubblico e sicurezza, eventualità che resta comunque possibile per rafforzare il controllo del palazzo, che certo non può essere tenuto sotto sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro.
La denuncia
Intanto per la coppia è scattata una denuncia per occupazione abusiva di proprietà, aggravata e continuata: il civico 2736 è infatti un edificio pubblico, in passato adibito a residenza popolare e oggi finito in disuso. La vera soluzione, insomma, sarebbe una riqualifica e una nuova assegnazione, ovviamente regolare.
Si tratta degli stessi locali in cui, martedì 3 settembre, un 46enne ha perso la vita per quella che sembra essere stata un’overdose da eroina. Sul caso il pm Giorgio Gava ha disposto un’autopsia, per avere la certezza delle cause di morte, ma tra i residenti della zona erano tutti molto consapevoli di come quella casa abbandonata - e occupata proprio dalla coppia sgomberata ancora il 13 - rappresentasse un punto di appoggio per diversi sbandati.
Venerdì 13 i muratori hanno blindato di nuovo tutto, gli occhi attenti degli agenti hanno sorvegliato l’ingresso nell’attesa che si asciugasse la malta. E se nelle prossime ore gli abusivi torneranno a lavorare di martello l’unica soluzione sarà un altro sgombero, il quarto.