Rapine, furti e pestaggi in centro a Pordenone: chiesti due patteggiamenti
Anche gli ultimi due imputati nel processo per le rapine, i furti e i pestaggi avvenuti in centro tra febbraio e aprile dello scorso anno hanno scelto la strada del patteggiamento.
L’avvocato Laura Ferretti, infatti, ha formalizzato la richiesta di patteggiamento per i suoi assistiti Bassati Kamagate, 20 anni, ivoriano, e Richmond Boahene, 22 anni, tra gli imputati per i fatti oggetto del processo.
Il pm Marco Faion ha prestato il consenso per i due patteggiamenti, la cui congruità dovrà essere valutata dal collegio giudicante, presieduto dal giudice Eugenio Pergola. Il processo è stato aggiornato al 20 settembre.
Nei confronti di Kamagate pendono dodici capi d’accusa, per rapine, estorsioni aggravate e furti.
L’avvocato Ferretti ha formalizzato una richiesta di patteggiamento per una pena di due anni e otto mesi, oltre a 600 euro di multa.
Sono tre, invece, i capi d’accusa per Boahene, per rapina e lesioni. Il suo difensore ha presentato istanza per una pena di un anno e quattro mesi, oltre a 600 euro di multa.
Entrambi si trovano nel carcere di Pordenone.
Inizialmente erano stati collocati agli arresti domiciliari, ma, dopo essere evasi, una volta individuati, sono stati trasferiti nella struttura penitenziaria.
Lo scorso aprile, Constant Gbaou, ivoriano, 31 anni, e Asiedu Kinglesy Afrifa, ghanese, 25 anni, difesi dall’avvocato Laura Ferretti, avevano patteggiato rispettivamente 2 anni e 6 mesi e 2 anni e 4 mesi, entrambi con 600 euro di multa.
Sebastiano Ferlisi, 19 anni, aveva patteggiato un anno e 10 mesi e 600 euro di multa. Concessa la sospensione della pena a Exuace Nsingi Ndombele, 20 anni, congolese, difeso dall’avvocato Sara Rizzardo: era stata riconosciuta la tenuità del fatto e la minima partecipazione ai reati.
I fatti oggetto della vicenda giudiziaria erano avvenuti nel triangolo fra via Mazzini, corso Garibardi e largo San Giorgio.
Una serie di episodi che aveva creato crescente allarme tra i residenti e i commercianti. La procura aveva dato un segnale forte, con cinque misure cautelari nei confronti dei giovani ritenuti responsabili, a vario titolo.
Nell’indagine sono confluite le denunce raccolte da Squadra mobile, Nucleo operativo e radiomobile e stazione dei carabinieri di Pordenone. Arma e polizia di Stato avevano eseguito insieme, il 12 maggio 2023, le misure.
Gli investigatori hanno individuato gli autori dai vestiti, immortalati dalle telecamere: felpe, cappellini, giubbotti che indossavano sempre e sono stati rinvenuti nelle perquisizioni.