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Сентябрь
2024

L’ultimo abbraccio di Roveredo alla sua Alessandra, la quindicenne morta nello schianto di un ultraleggero

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Il profumo avvolgente del giglio e quello sfaccettato dell’incenso. Le lacrime di chi resta e il sorriso di Alessandra. Il dolore immenso e composto dei familiari e quello commosso e discreto di una comunità, quella di Roveredo in Piano, che ha perso una figlia.

C’era tutto, tranne il risentimento, nella chiesa parrocchiale di piazza Roma che venerdì 13 settembre si è stretta intorno alla famiglia Freschet per salutare Alessandra, 15 anni, morta in un incidente aereo avvenuto lo scorso 2 settembre a San Mauro di Premariacco, durante il suo primo volo di ambientamento su un ultraleggero.

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«Siamo scombussolati, siamo arrabbiati» ha premesso don Andrea Della Bianca, che ha celebrato il funerale in una chiesa che non è riuscita a contenere tutto l’affetto per Alessandra. Ma, ha continuato il sacerdote durante l’omelia, «non c’è nessuna vendetta. Non stiamo meglio scaricando qualcosa su qualcuno. Sì, forse si sarebbe potuto fare altrimenti. Ma ora è nelle nostre mani la responsabilità che non succeda più». Un obiettivo a cui «lavorare insieme».

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Uno sguardo al futuro, insomma. «Ieri sera (giovedì 12 settembre, ndr) ci siamo riuniti per dare libero sfogo alle nostre emozioni – ha spiegato don Andrea – e oggi cerchiamo di essere lucidi. Non significa dimenticare».

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Un obiettivo enorme, forse più grande dell’essere umano, tanto che il sacerdote ha invitato la comunità ad affidarsi alla «parola e alla misericordia» di Dio, un «Dio della speranza», che sostiene le preghiere di chi resta.

Quanto difficile sia questo compito lo si vede dal dolore silenzioso della famiglia, cui tutta la comunità di Roveredo in Piano si è stretta. Lo si sente dalle parole di un’amica, che con una forza più grande della sua età ha preso la parola per prima, di fronte a tutti, e ha salutato la sua «socia», ricordandone le risate e la determinazione, mettendosi a nudo con il suo giovane ma già così grande dolore.

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Lo si nota dalla cura per i dettagli con cui tutti quelli che hanno amato Alessandra hanno voluto salutarla. Chi con una rosa sulla bara, chi con un palloncino in cielo, chi con una moto rombante sul sagrato della chiesa. Chi vestendo di nero e chi indossando la divisa del Volta, che Alessandra frequentava e che ha visto moltissimi studenti arrivare da Udine per salutare la giovane allieva, accanto agli amici d’infanzia.

Tanti, roveredani e non, hanno espresso il loro cordoglio con un semplice applauso che, si spera, sia arrivato al cuore della mamma, del papà, della sorella. Insomma di chi ha visto sognare quella ragazza dagli «occhioni belli», come ha scritto un commerciante nel cartello affisso sulla sua vetrina in occasione del lutto cittadino.

Tutta Roveredo, infatti, si è fermata per salutare la piccola grande Alessandra. Bar e negozi chiusi, serrande abbassate anche sulle facciate delle case, bandiere a mezz’asta fuori dal municipio, dalla biblioteca, dall’istituto comprensivo. Luoghi che l’hanno vista crescere e che ieri mattina, in concomitanza con i funerali, sono rimasti silenziosi e bui.

«Un segno, quello della nostra comunità, che è stato commovente» spiega il sindaco di Roveredo in Piano, Paolo Nadal, in prima fila con fascia tricolore, vicino alla famiglia nelle parole e nei fatti. «E continueremo a farlo» assicura.

I dettagli, quindi. I palloncini gialli e arancioni. Un collage con tante fotografie. Il volto di Alessandra, sorridente e orgoglioso mentre indossa la divisa del Volta, proiettato sulle pareti della chiesa insieme alle parole di “Canzone per un’amica” di Guccini. Ed ancora, la scelta della canzone “Su ali d’aquila” per accompagnare la preghiera. «La cosa che mi consola è che te ne sei andata facendo una cosa che amavi fare – ricorda chi l’ha amata e continua a farlo –. Mi manchi, vorrei poter venire lì da te. Ora tuo nonno è fiero di te. Vola alto Ale, ti farò per sempre onore».