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Сентябрь
2024

Coppa Davis, Berrettini: “Con l’esperienza ho trovato il modo di far funzionare il mio tennis” [VIDEO]

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Matteo Berrettini probabilmente non aveva mai visto giocare il suo giovanissimo avversario, il belga Alexander Blockx, 19enne di belle speranze nativo di Anversa. Ma sicuramente lo staff italiano si era fatto un’idea ben precisa controllando i risultati del ragazzo che, dopo una bella carriera giovanile (vittoria agli AO 2023), in stagione aveva già centrato tre semifinali Challenger (Cordenons, Hamburg e Nottingham), salendo al n.253 della classifica ATP. E che Blockx non fosse per nulla intimorito l’ha confermato fin dai primi scambi, costringendo l’azzurro ad una gara di grande sofferenza risolta solo allo sprint.

Che emozioni hai provato oggi?
Tante diverse emozioni, soprattutto l’orgoglio per essere riuscito a portare a casa un punto importante, riuscendo a rientrare in partita dopo qualche momento difficile. Ho sentito l’amore della gente e l’affetto dei miei compagni di squadra. Non avrò giocato al mio miglior livello, ma va bene anche così.

E’ la seconda volta in due giorni che affronti un giocatore giovane e di grande talento.
Già, sembra che stiamo giocando un torneo Juniores (ride, ndr). A parte gli scherzi sono ragazzi molto bravi che meritano sicuramente di difendere i colori della loro nazione.

Qual è stato il punto di svolta?
Probabilmente sul finire del primo set quando ho giocato un bel game e sono riuscito a ritrovare confidenza nei colpi.

Scanagatta: Bravo perché questo ragazzo gioca davvero bene e nessuno se l’aspettava, contrariamente a quanto successo contro Fonseca che è molto più conosciuto. Che cosa ti porti dietro da questa partita?
Dici bene, non lo conoscevo bene e mi ha un po’ sorpreso. E non sono stato capace di partire con la stessa determinazione dell’altro giorno. Ma sono stato bravo ad accettarlo e a trovare il modo di far funzionare il mio tennis, nonostante i miei colpi non fossero così incisivi, soprattutto il diritto. Cosa mi porto dietro? La consapevolezza di essere ormai in grado di riconoscere quello che sta succedendo in campo. Riesco a non farmi prendere dall’emozione e a rimanere lucido, questo grazie all’esperienza che ho maturato in tutti questi anni. E così, pur non giocando benissimo, sono riuscito a portare a casa il risultato contro un ragazzo che, come detto, gioca molto bene e che non tarderà ad entrare in top 100.

Flavio come ha reagito alla notizia che oggi avrebbe giocato titolare?
E’ stato molto emozionante per entrambi, e anche per babbo Stefano. Certo che il mio esordio, in India, fu parecchio diverso (ride, ndr). L’ho abbracciato e, come si fa coi bambini, gli ho scompigliato i capelli. Flavio sta facendo una stagione pazzesca e dunque se lo merita davvero.

Ormai in squadra fai la parte del vecchietto.
Effettivamente il tempo vola, con l’intensità delle stagioni, i tanti viaggi, il fuso orario. E quando penso al mio esordio in India mi sembra una vita fa. E nel frattempo mi sono successe tante cose belle. Qui c’erano i miei genitori che hanno esultato al match point come se fosse la mia prima vittoria. Ed è soprattutto per questo che gioco, per avere vicine le persone cui voglio bene, per farle emozionare e gioire con loro. Poi effettivamente mi sento un po’ il vecchietto della squadra…l’unico che non cambia mai è Bolelli. Tanto che l’altro giorno gli ho chiesto se voleva decidersi ad invecchiare pure lui (ride, ndr).

Bologna porta bene…
Matteo si mette a ridere, poi si dedica all’inevitabile gesto apotropaico.

Beh effettivamente…volevo chiederti se, dopo aver battuto due giocatori tanto giovani quanto forti, sei molto contento o abbastanza contento.
Sono molto contento perché alla fine sono due vittorie che hanno portato due punti alla squadra. Sono contento perché sono di nuovo in squadra, perché i compagni urlavano il mio nome, perché c’erano i miei genitori.

Una domanda che esula un po’. Da quando lavori con Roig quanto ti sei dedicato al rovescio, il tuo colpo relativamente più debole?
Lavoriamo un po’ su tutto. Soprattutto sulla risposta di rovescio dove cerchiamo di guadagnare in lunghezza. Poi è chiaro che lo slice rimarrà sempre un’arma importante nel mio repertorio. Da quando sto lavorando con Roig e con Ale (Bega, ndr) abbiamo trovato delle chiavi importanti sul movimento del mio corpo e non solo del braccio. Poi è ovvio che non sarò mai Nalbandian (ride, ndr). Però secondo me ci sono stati dei miglioramenti importanti.