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Сентябрь
2024

A casa 8 marittimi, restano in tre sulla nave Al Filk a Monfalcone: «La riporteremo in acque turche»

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Non ne potevano più, avevano chiesto aiuto al sindacato internazionale, e alla fine l’hanno spuntata. Sono riusciti a lasciarsi alle spalle, in volo per Mumbai, l’ambiente spartano, fino a qualche giorno fa di generale black out e perfino a corto di derrate alimentari dell’Al Filk: la portacontainer battente bandiera Tanzania, 4.388 tonnellate di stazza lorda, da oltre sette mesi detenuta a Portorosega a causa di 61 deficienze a bordo, pressoché un record nazionale. Otto marittimi indiani del complessivo equipaggio di 11 componenti “superstiti” hanno lasciato mercoledì mattina il Lisert imbarcandosi su un volo al Trieste airport di Ronchi, con destinazione finale la capitale commerciale dell’India. Si ritorna a casa, dopo giorni difficili.

Un tavolo a Gorizia in Prefettura

Giovedì intanto a Gorizia, davanti al prefetto Raffaele Ricciardi che l’ha convocato, s’è tenuto uno specifico tavolo con al centro la nave ormeggiata all’accosto 1, su cui pende altresì un sequestro giudiziario disposto la scorsa primavera dalla Procura della Repubblica per presunte irregolarità su certificazioni. Tra ai vari aspetti, dalla riunione è uscita anche la posizione ufficiale dell’armatore turco, rappresentato da Overseas maritime ltd, che si appoggia qui alla raccomandataria Friultrans. «Non ha abbandonato la nave né rescisso il rapporto con l’agenzia che la segue» ha riferito il prefetto. Una linea confermata dal comandante della Capitaneria di Monfalcone Giuseppe Siragusa, cui compete per autorità e fino all’avvicendamento di fine settembre la gestione del clamoroso caso (ma alla riunione hanno preso parte anche il direttore marittimo del Friuli Venezia Giulia, capitano di vascello Luciano Del Prete, il Comune col vicesindaco reggente Antonio Garritani, Polmare, Asugi, Vigili del fuoco e Authority rappresentata da Vittorio Torbianelli e Sergio Signore).

L’armatore conferma il suo interesse

L’armatore, con recentissima comunicazione inoltrata alla Capitaneria dopo la formale diffida, ha pertanto manifestato la «volontà di ottemperare il prima possibile alla messa in sicurezza», secondo i requisiti richiesti e però già a suo tempo stilati in corposa lista dagli ispettori di Port state control. Questo, sottolinea Siragusa, affinché la nave possa «essere rimorchiata fino al primo porto utile in Turchia», per il check up generale, se così possiamo chiamarlo.

Il comandante e i due dell’equipaggio

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Tre le figure-chiave della nave rimaste «volontariamente», come ha sottolineato il prefetto, sulla Al Filk: il comandante indiano, il nostromo egiziano e il direttore di macchina libanese. Due su tre hanno ricevuto alcune spettanze dall’armatore nei giorni pregressi, circostanza che deve averli persuasi a non prendere, pur in possesso dei biglietti, il volo aereo prenotato per loro già lunedì.

Situazione migliorata

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«La situazione – spiega Ricciardi – è un po’ migliorata e le tre persone rimaste sulla nave per scelta volontaria hanno ricevuto rassicurazioni sul fatto che l’armatore avrebbe pagato il dovuto. Restano liberissimi di scendere e andarsene quando vogliono, come gli altri». Quanto alla situazione generale «dalla disamina non sussistono problemi di ordine pubblico, igiene o sanità, anche se ho dato mandato ad Asugi nei prossimi giorni di effettuare una visita con personale della Capitaneria, dove i marittimi, se lo vorranno, potranno essere controllati dai medici per appurarne le condizioni di salute generale». Ogni istituzione proseguirà le verifiche di pertinenza. Nel confronto il Comune s’è detto disponibile ad attivare, se di necessità, l’assistenza sociale per un supporto alle persone. L’armatore ha infine assicurato alla Capitaneria l’invio di un generatore ausiliario: è attualmente in funzione quello reso disponibile, per carità cristiana, da Fhp