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Сентябрь
2024

La nuova mostra con le opere di Mario Micossi, il pittore delle vette

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Ci sono i monti carnici, le Alpi Giulie, le Dolomiti, ma anche le grandi montagne del Nepal, dall’Everest all’Annapurna, nella mostra “Amor naturale. La montagna” che raccoglie 50 incisioni dell’artista friulano di fama internazionale Mario Micossi, (1926-2005), per lo più in acquatinta (per gli effetti latamente “pittorici” che essa permette) e solo in parte conosciute.

Si inaugura venerdì 13 settembre, alle 17.30, nella chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento, dove si potrà visitare fino al 27 ottobre ed è curata dal Centro iniziative culturali Pordenone con l’associazione Presenza e Cultura, l’allestimento è di Giancarlo Pauletto, il coordinamento di Maria Francesca Vassallo e Antonio Garlatti.

Una mostra che, al di là del suo pregio, sottolinea un anniversario speciale, essendo la numero 500 di Casa Zanussi, un anniversario tondo arrivato dopo 60 anni ininterrotti di esposizioni.

“Amor naturale. La montagna” costituisce anche la seconda tappa del Festival internazionale di musica sacra di Presenza e Cultura, che quest’anno segue il fil rouge “Charitas”: le tavole di Micossi, con la loro visione ampia e contemplativa, sintetizzano perfettamente quel trasporto verso la realtà naturale che scandisce il tema.

«In che modo la mostra si ricolleghi a Charitas ci pare subito chiaro – spiega il curatore Giancarlo Pauletto – se si ricorda uno dei primi monumenti della poesia italiana, il Cantico delle creature di Francesco d’Assisi. L’amore del creato, del “naturale”, è parso a noi potesse essere simboleggiato assai bene dalle incisioni di Micossi, impostate per lo più dal vero, e dalle quali si comprende bene come il suo interesse non sia solo per le pareti scoscese e per le vette, ma per tutto il paesaggio, il “mondo” della montagna, con valli fiumi e paesi, con vedute che spesso si allargano dalla pianura per finire sulla catena montuosa che chiude l’orizzonte in una sorta di amplissimo abbraccio amoroso. Dalle Alpi Giulie alle Dolomiti, fino ai monti dell’Himalaya le opere trasmettono il trasalimento, la meraviglia, la stupefatta contemplazione dell’artista che guarda l’imponenza della natura».

Dunque, è arrivato al ragguardevole numero di 500 il percorso che si riconduce alla concezione dell’arte diffusa per i cittadini immaginato 60 anni fa e portato poi avanti da don Luciano Padovese, figura di riferimento pe la cultura pordenonese e per decenni anima di Casa Zanussi.

Un percorso che, come spiega Francesca Vassallo, presidente di Presenza e Cultura, «è specchio dell’orientamento e dell’impegno di don Luciano. Un uomo di cultura che veniva da esperienze maturate nei movimenti espressi in quegli anni da una Chiesa aperta al confronto, all’accoglienza e attenta alle singole persone. Orientamento – aggiunge - che si incrociò con quello di dirigenti industriali e professionisti che sin dall’inizio collaborarono alla gestione della Casa dello studente incoraggiandoci a proseguire lungo la strada intrapresa. Un movimento che ha permesso di aprire le porte della Casa a letterati, studiosi e, nel caso delle mostre, ad artisti che rappresentano il meglio di quanto il nostro territorio sa esprimere a livello nazionale e internazionale. Un progetto non solo ideale ma concreto – conclude Vassallo – declinato negli spazi della Casa, che ha continuato a produrre novità e che nei nostri giorni ritengo emerga come un’esigenza di chi vuole occuparsi di evoluzione umana».

La “vernice” di venerdì 13 settembre, alle 17.30, includerà un intermezzo musicale a cura della violinista Prisca Luce Verardo.

Con il curatore Giancarlo Pauletto interverranno i direttori artistici del Festival di musica sacra, Franco Calabretto e Eddi De Nadai.

Visite al sabato e alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19, info: 0434.843050/843030.