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Сентябрь
2024

Da dove nasce la bufala di Trump sui migranti che uccidono a mangiano gatti e cani a Springfield

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Ci mancavano solo le bufale sui migranti e gli animali domestici a infiammare la campagna elettorale per le presidenziali negli Stati Uniti. Nel corso del dibattito tra Donald Trump e Kamala Harris, andato in scena lo scorso 10 settembre, l’ex presidente ha affermato che i migranti haitiani che arrivano sul territorio degli Stati Uniti mangiano cani, gatti e animali domestici:

Secondo Trump gli immigrati irregolari banchettano nei giardini degli americani mangiando labrador e gatti. Poi vengono sottoposti a operazioni per il cambio del sesso in prigione. Lucidissimo. pic.twitter.com/KjaLX48Vh0

— Il Grande Flagello (@grande_flagello) September 11, 2024

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La genesi della bufala degli haitiani che mangiano gatti e cani

La prima volta che in rete si è parlato di migranti haitiani che mangiano cani e gatti a Springfield, in Ohio, è stato in un gruppo Facebook chiamato Springfield Ohio Crime and Information. All’interno di questo post, si raccontava di una “vicina di casa” che aveva saputo dalla figlia che il gatto di una sua amica era scomparso (si tratta della classica catena di fonti non verificabili e di sentito dire). Sempre questa amica avrebbe visto lo stesso gatto appeso al ramo di un albero nel giardino di una casa abitata da haitiani, pronto per essere diviso in pezzi e mangiato.

Dal 5 settembre, poi, voci di questo genere si sono diffuse anche su X. L’utente @BuckeyeGirrl ha pubblicato lo screenshot del post Facebook:

Remember when my hometown of Springfield Ohio was all over National news for the Haitians?

I said all the ducks were disappearing from our parks?

Well, now it’s your pets. @FoxNews pic.twitter.com/IirKMjlHPp

— LemmiesLuLu (@BuckeyeGirrl) September 5, 2024

Un fatto di cronaca all’origine del malinteso

Il tutto risale a un grandissimo malinteso: come ha avuto modo di verificare NewsGuard (l’hub internazionale di fact-checking), il 24 agosto, sempre in Ohio, ma a 170 miglia da Springfield (nella cittadina di Canton), una donna era stata arrestata per aver ucciso e mangiato un gatto nel suo vialetto. Tuttavia, le forze dell’ordine hanno appurato che la stessa donna non era straniera, men che meno haitiana. Dal 5 settembre, in ogni caso, le menzioni di Springfield in riferimento a episodi di migranti che mangiano animali domestici erano state oltre 317mila.

Chiaramente, il dibattito presidenziale ha dato una grandissima impennata alla diffusione di quella che si configura come una fake news (le autorità cittadine di Springfield avevano diffuso una nota il 9 settembre che recitava: «In risposta alle recenti voci che denunciano attività criminali da parte della popolazione di immigrati nella nostra città, desideriamo chiarire che non ci sono state segnalazioni credibili o affermazioni specifiche di animali domestici danneggiati, feriti o maltrattati da individui all’interno della comunità di immigrati»).

Ma se dovessimo indicare un responsabile per la diffusione di questa fake news, più ancora che il gruppo Facebook dal quale è partita, dovremmo identificarlo nella piattaforma X. Qui i tweet sul tema hanno ottenuto il numero maggiore di visualizzazioni, da qui alcuni politici di spicco (non ultimo, il candidato vicepresidente J.D. Vance) hanno raccolto informazioni sui “si dice” e sulle “segnalazioni” di cittadini di Springfield preoccupati per i loro animali domestici. Ora che anche Donald Trump ha parlato di questa cosa (nonostante la smentita in diretta del moderatore della ABC David Muir), la notizia è diventata di dominio pubblico a livello globale, con meme generati dall’intelligenza artificiale e con utenti che hanno rafforzato ancor di più la convinzione che gli haitiani mangiassero animali domestici. Nonostante il fatto che quello dei migranti che banchettano con le carni di cani e gatti (come vedremo in un altro articolo del nostro monografico di oggi) sia un luogo comune diffuso da tempo in tutto il mondo.

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