Vagnozzi racconta la crescita di Sinner: “Vincere l’Australian Open lo ha reso più tranquillo. A 23 anni affronta le difficoltà in maniera eccezionale”
La vittoria all’Australian Open è stata speciale per Jannik Sinner in quanto si trattava del suo primo Slam. In finale, l’altoatesino è andato contro ogni pronostico, ribaltando lo svantaggio di due set contro Daniil Medvedev e riuscendo a chiudere il match al quinto set. Tuttavia, la vittoria agli US Open, come raccontato da Simone Vagnozzi (coach di Sinner insieme a Cahill) è stata un senso di liberazione per quanto accaduto nelle settimane precedenti.
Sinner ha dovuto fare i conti con la stampa per il caso riguardante la positività al test antidoping. La vittoria a New York ha permesso al 23enne di togliersi un grande peso dalle spalle, confermando di essere a tutti gli effetti il numero 1 al mondo.
Simone Vagnozzi è stato intervistato dal Corriere dello Sport e ha parlato di come la vittoria agli Australian Open abbia dato maggior consapevolezza a Sinner. “Vincere agli Australian Open lo ha reso più tranquillo. Da Melbourne in poi si può dire che Jannik conosca meglio se stesso. Sa come ci si sente in determinate partite e riesce a controllare i momenti. La capacità di gestione del match arriva da una crescita sia tattica sia emotiva“.
L’eliminazione di Djokovic e Alcaraz dal torneo ha permesso al numero 1 al mondo di essere il favorito per la vittoria finale e Jannik non ha perso l’occasione. “Bisogna concentrarsi sempre su dove mettere la mano e poi di nuovo il piede, perché se guardi la cima rischi di cadere. Sapevamo che Alcaraz e Djokovic erano stati eliminati, ma eravamo anche consapevoli delle tante insidie che potevano essere Medvedev, Paul o Fritz“.
Vincere gli Slam ha elevato ancor di più lo status tennistico di Sinner. Tuttavia, un ruolo fondamentale per il raggiungimento di questi grandi traguardi lo ha avuto la sua costanza anche nei tornei disputati durante tutta la stagione. “La forza mentale di Jannik è semplicemente incredibile. Non avere alcuna colpa ed esserne cosciente è stato l’aspetto più importante per superare quel lungo e complicato periodo. E’ stata una montagna russa di emozioni, ma il modo in cui l’ha affrontata a 23 anni è stato eccezionale“.
Vagnozzi ha espresso la sua opinione anche riguardo i miglioramenti tattici di Sinner, sia sul piano della conoscenza del gioco sia su una migliore analisi degli avversari. “Un mix di entrambi gli aspetti. Prima Jannik giocava su stesso, adesso studiamo gli avversari, proviamo gli schemi in allenamento. Sa quando giocare un determinato colpo. La scelta tattica di Sinner è ora divenuta, quasi sempre, un automatismo“.
Dietro i successi di Sinner però c’è anche il grande merito del coach Cahill. “Darren è prima di tutto una grande persona. Le qualità da coach sono note a tutti, ma è davvero un essere umano speciale. Nel team ha portato soprattutto esperienza e calma, aspetti importantissimi nella gestione dei grandi tornei“.