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Сентябрь
2024

Musei di Trieste e sorveglianza, Cns vince l’appalto 18,5 milioni in 3 anni

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L’appalto della sorveglianza e dei servizi di assistenza al pubblico dei musei civici di Trieste è stato vinto dal Cns, uno dei più importanti consorzi di cooperative specializzato nella fornitura di servizi e con sede a Bologna.

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Come anticipato giorni fa dal Piccolo, il punteggio attribuito dalla commissione alle proposte tecniche inviate dai concorrenti aveva di fatto già consegnato la vittoria nelle mani del consorzio, visto l’ampio margine di vantaggio sulle altre due realtà ammesse alla valutazione della proposta economica. Considerando come, su un valore di 100, l’offerta tecnica pesava al massimo per 85 punti, e 15 invece quella economica.

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L’appalto ha durata di tre anni (con facoltà di rinnovo per altri tre) e un valore complessivo di 18.504.490 euro più Iva: l’importo base di gara era stato fissato a 6.419.479 euro più Iva. L’appalto precedente superava di poco i 4,3 milioni. Un impegno maggiore per le casse del Comune, dettato soprattutto dal diverso contratto previsto per la settantina di lavoratori impegnati, con il passaggio da quello per i servizi fiduciari al multiservizi.

L’offerta economica avanzata dal Cns è di 6.338.933 euro, con un ribasso quindi dell’1,25%. Le altre due aziende ammesse all’offerta economica erano Dussmann Service-Aditus e la cooperativa Le Macchine Celibi, che hanno avanzato rispettivamente un’offerta da 6.413.070 e 5.905.654 euro. Ma anche il ribasso massimo dell’8% della Le Macchine Celibi non è bastato per colmare il vantaggio che Cns aveva accumulato grazie alla proposta tecnica: 14,9 punti in più rispetto alla seconda e 18,4 rispetto alla terza. Per questo appalto Cns opererà con le consorziate Guarnerio di Udine e Cristoforo di Pontassieve (Firenze).

Si confermano escluse, per punteggio inferiore ai 51 punti, il raggruppamento temporaneo di imprese che univa le cooperative La Collina, Lase e Culture; lo Stabilimento triestino di sorveglianza e chiusura srl e, fuori da ogni previsione, la Euro&Promos, la spa che ha gestito l’appalto negli ultimi tre anni e che attualmente continua a farlo in proroga. Il punteggio a questo punto è definitivo, ma la sensazione è che la partita non sia finita qui.

Perché Euro&Promos vuole vederci chiaro su alcuni punteggi che le sono stati assegnati in fase di analisi delle proposte tecniche, come quell’1,4 con il quale è stata giudicata la sua proposta per le divise o lo zero assegnatole per il piano di formazione. Il responsabile commerciale di Euro&Promos, Luciano Facchini, ribadendo che se fosse «il sindaco o l’assessore competente, in autotutela quella gara l’annullerei», spiega che «avendo chiesto un accesso agli atti, attendiamo a breve copia dei documenti e dei verbali, per poi farli valutare dai nostri avvocati e decidere se intraprendere un’azione legale».

A fronte delle ultime novità e dei prospettati cambiamenti, ieri sera la Fesica-Confsal ‒ il sindacato che battendosi lo scorso anno aveva ottenuto l’aumento salariale per quei dipendenti, che pagavano lo scotto di un appalto che nel capitolato per loro prevedeva il contratto dei servizi fiduciari ‒ ha riunito in assemblea i lavoratori attualmente impegnati tra una ventina di musei e una decina di sale espositive.

«Abbiamo ricevuto mandato ‒ così il segretario provinciale della Fesica-Confsal al termine dell’assemblea ‒ di chiedere un incontro urgente ai vincitori dell’appalto per poterci presentare e mettere fin da subito in chiaro tutte le criticità che questo cambiamento comporterà». Il sindacalista fa inoltre notare come, considerando che l’appalto sarà distribuito «tra due cooperative, è possibile che i lavoratori vengano divisi, con trattamenti che potrebbero essere diversi».

I lavoratori ieri sera hanno testimoniato la loro preoccupazione per il cambiamento, considerando anche che molti di loro vivono situazioni di particolare fragilità, e dunque temono cambiamenti che vadano a modificare gli equilibri raggiunti nel tempo. «Ci auguriamo venga rispettata la clausola di salvaguardia con l’assorbimento di tutti i lavoratori, anche di quelli più deboli ‒ sottolinea Filippo Caputo ‒ e auspichiamo che non vi siano ricorsi o denunce, poiché a rimetterci sarebbero i dipendenti, che rischierebbero di non godere dei miglioramenti economici previsti fin dal primo dicembre dal nuovo contratto».