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"L'Inter può vincere la Champions League. Che resta lo spettacolo più bello"

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La nuova Champions League? Entusiasmante. Le italiane? Guai a rassegnarsi anche se non tutte partono con le stesse chance. Occhio all'Inter soprattutto, perché nell'ipotetica griglia della coppa delle grandi orecchie (finale in calendario il 31 maggio 2025 a Monaco di Baviera) viene appena dietro alle due multinazionali del calcio mondiale: Real Madrid e Manchester City. Alla pari con le altre big e con l'idea di poter disegnare un tracciato che porti fino a giocarsi tutto in primavera.

A fare le carte alla Champions League che scatta è uno dei volti e delle voci storiche di Sky Sport, la televisione che almeno fino al 2027 porterà nelle case degli italiani le emozioni della Champions League. Fabio Caressa racconta sfide europee dal 1987 che tradotto significa essere invecchiati accanto al meglio del calcio europeo, ma anche poterne parlare da una visuale privilegiata.

Partiamo dal format e da una competizione che non conosciamo. Cosa ne pensi?

"Sono sincero. Dopo tanti anni bisogna trovare anche qualcosa che ti dia entusiasmo. Sono 37 anni che racconto la Champions League e questa è quello che ci vuole. Sarà spettacolare, la classifica porterà a che tutto conterà sempre compresi i gol. Vedrete che si arriverà spesso in volata".

Non siamo abituati a una formula così, siamo tradizionalisti

"La Uefa ha fatto una simulazione per provare a immaginare quanti punti servano per qualificarsi subito alla seconda fase o andare ai playoff. Secondo me ne serviranno di più rispetto a 16 e 8-9... A me vengono 9-10 per non andare a casa subito e 18-19 per stare nelle prime otto della classifica".

Bella impresa per le italiane. Fare 18 o 19 punti significa fare una grande stagione europea

"L'Inter ha tutte le caratteristiche per fare bene in Champions League".

Punterà più a questo che allo scudetto?

"Non credo che mollerà il campionato, ma l'Europa sarà un pensiero molto presente nella stagione nerazzurra".

Il debutto con il Manchester City non può essere la rivincita della finale di Istanbul

"Non c'entra nulla ma è una presa di consapevolezza. Quella finale diede forza all'Inter che non fu travolta, questa sfida potrebbe dare una prima idea di dove si trovi Inzaghi rispetto agli avversari più forti".

A che punto è?

"Se la gioca con tutte, anche con il Real Madrid che con il City è la squadra fuori categoria. Dietro queste, però, c'è una seconda fila allargata con Inter, Bayern Monaco, Paris Saint Germain e non so se il Barcellona che mi pare abbia una rosa troppo risicata per una stagione così impegnativa".

Noi italiani ci siamo un po' abituati a considerare la Champions League come un ostacolo troppo alto per le nostre squadre. Pecchiamo di realismo?

"Eccediamo un po' in realismo, anche se quest'anno con il sistema del calendario tennistico con le teste di serie sarà diverso. Una sorpresa c'è sempre e veniamo dalla vittoria dell'Atalanta in Europa League e da stagioni con tante finali. A livello di seconda fascia siamo i più forti, per la Champions League possiamo dire la nostra".

In Serie A tanti non hanno badato a spese per colmare il gap con l'Inter. Juventus e Milan come arrivano al debutto?

"Sono curioso di vedere la Juventus, ma penso che cercherà più una dimensione italiana che europea essendo nella stagione della svolta. Il Milan ha tanti problemi interni, non basta il mercato perché poi si deve far diventare tutti una squadra".

Il Milan negli anni scorsi aveva dimostrato di avere un calcio adatto all'Europa

"Vero, con tanti giocatori di passo. Però ha anche calciatori che ormai aspettiamo da anni e non sono al livello che pensavamo potessero raggiungere. Il primo è Leao: mi è piaciuta la definizione che ne ha dato Fabio Capello secondo il quale il problema di Leao è che il calcio non è tutta la sua vita, la cosa più importante. E' un buonissimo giocatore ma non è diventato un fuoriclasse".

Juventus e Milan giocano per entrare tra quelle che faranno il playoff per gli ottavi?

"Anche l'Atalanta".

Che è diversa da quella che ha vinto a maggio l'Europa League

"Fosse rimasta quella parleremmo di una squadra tra le prime dieci d'Europa, invece è stata costretta ad un altro anno zero cedendo giocatori che non avrebbe voluto cedere".

E' un limite anche dei calciatori di oggi? Va bene il fascino di altre piazze, ma perché non accettare la sfida di far fare l'ultimo salto in alto all'Atalanta?

"Non hanno capito che il mondo è cambiato. I segnali sono chiari ed è meglio che se ne rendano conto presto. Loro sono quello che sono perché amati dai tifosi, se continuano a sputare su questo sentimento solo per i soldi, alla fine gli tornerà indietro. Per questo la scelta di Dybala ha dato un indizio importante. E' rimasto a Roma perché ha voluto restare in un calcio importante e perché ha avuto rispetto dei suoi tifosi".

Il Bologna entra da outsider

"Qualcosa in più andava fatto. Il doppio impegno è gravoso e c'è chi ci si è schiantato. Manca un bel po' di profondità nella rosa".

Vincenzo Italiano reduce da due finali di Conference è una garanzia o una scommessa?

"E' un allenatore che si è costruito una solida esperienza e ha dimostrato le sue capacità. Però Champions e Conference League sono due mondi che non si toccano per il livello delle avversarie e perché in Champions non ti puoi permettere di fare figuracce, partite che portano via un sacco di energie anche mentali".

La più bella cosa che ti viene in mente pensando a cosa hai visto e raccontato in questi 37 anni?

"Se ci fossero partite come il 3-3 tra Real Madrid e Manchester City della primavera scorsa sarebbe il più grande spettacolo calcistico che si sia mai visto. Penso possa accadere. In generale ho sempre pensato che fare la telecronaca di una partita europea sia molto più facile e divertente rispetto al campionato. Ti puoi sbilanciare di più, scelgo sempre di tenere un po' le italiane e ci metti passione".

C'è meno veleno in circolo

"Per tutti. Per chi lo vive e per chi lo racconta. Un diverso atteggiamento di arbitri e giocatori".

(Sky Sport)

Fabio Caressa è una delle voci che racconteranno la Champions League su Sky (in streaming su NOW). La tv satellitare si è assicurata fino al 2027 l'esclusiva di 173 delle 189 partite dl nuovo format allargato e rivoluzionato. La coppa sarà coperta con i match in diretta e con studi pre e post partita che vedranno impegnati numerosi talent e opinionisti: Fabio Capello, Zvonimir Boban, Alessandro Del Piero, Beppe Bergomi, Esteban Cambiasso, Paolo Di Canio, Luca Marchegiani, Alessandro Costacurta, Blerim Dzemaili, Massimo Gobbi, Giancarlo Marocchi, Michele Padovano, Lorenzo Minotti, Riccardo Montolivo, Fernando Orsi e Aldo Serena. Al fianco della Champions League ci sarà anche il racconto di Europa e Conference League nelle quali le squadre italiane si sono ben comportate nelle ultime stagioni fino all'apoteosi dell'Atalanta nella finale di Dublino contro il Bayer Leverkusen: un totale di oltre 500 match e 51 notti europee.

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