Dopo lo sfratto, la protesta di una famiglia con quattro figli piccoli: «Trovateci una casa»
Un’intera giornata di presidio davanti alle porte dell’ufficio casa del Comune di Treviso è stata messa in atto ieri da una famiglia tunisina, composta da padre, madre e quattro figli minori, per chiedere un alloggio di emergenza abitativa. Una situazione problematica che perdura da due anni, a seguito della quale ieri il capofamiglia ha deciso di chiedere conto al Comune.
Una situazione di emergenza abitativa
Il presidio è iniziato di prima mattina, quando l’intera famiglia ha chiesto di essere ricevuta dagli uffici «per riuscire a trovare una abitazione», ha detto il padre, Abes, che lavora in un albergo nel Veneziano. Nei giorni scorsi, aveva fatto rientrare dalla Tunisia moglie e figli, che aveva inviato lì un anno fa circa non riuscendo a trovare un alloggio dove vivere.
I sei erano stati sfrattati due anni fa a causa di una morosità dovuta alla perdita momentanea del lavoro del padre durante il covid. Allora avevano chiesto aiuto all’amministrazione, che si era mossa con Caritas per trovare un alloggio temporaneo, ma non c’era stata disponibilità né dal mercato né da Caritas. La famiglia aveva rifiutato una struttura di accoglienza, preferendo dividersi e far tornare in patria moglie e figli «in attesa».
Il ritorno a Treviso e le difficoltà attuali
Di qui, un anno di limbo, una situazione non facile da gestire nemmeno per gli uffici comunali, che ieri si sono trovati di fronte al problema senza essere a conoscenza dell’intenzione del padre di riunire a Treviso l’intero nucleo «per far iniziare la scuola ai miei figli».
A discutere con il padre ieri sono stati sia gli uffici comunali sia l’assessore al sociale Gloria Tessarolo. «La situazione è complicata», ha detto a fine giornata, «anche perché nella gestione dell’emergenza casa, in questo caso, c’è stata anche una gestione familiare poco chiara che non aiuta a trovare una soluzione».
Valutazioni del Comune e possibili soluzioni
L’amministrazione ha ammesso di non avere, al momento, disponibilità di alloggi in assegnazione, riservandosi di valutare attentamente il caso oggi, verificando la partecipazione al bando ERP e l’eventuale posizione in graduatoria. Ha comunque suggerito di valutare «altre strade» per risolvere l’emergenza abitativa.
Il padre ha un lavoro fisso e ha dichiarato: «Sono in Italia da anni e da 18 lavoro. Potrei pagare un affitto ma non trovo alloggi disponibili». Durante l'ultimo anno, ha vissuto grazie all’ospitalità di amici, arrivando persino a dormire in un garage. A complicare la situazione sono il precedente sfratto per morosità e il fatto che l’uomo abbia deciso di cedere il quinto dello stipendio per saldare i debiti dell’alloggio precedente, rendendo la situazione economica ancora più delicata per eventuali nuovi contratti.
Intervento del collettivo “Caminates”
Davanti all’ufficio casa del Comune, insieme alla famiglia, c’erano anche i ragazzi del collettivo “Caminates”, che da anni interviene al fianco delle famiglie sfrattate. La situazione si preannuncia critica, soprattutto in vista di un autunno che potrebbe essere caldissimo per molte pendenze in calendario.