Commercio: mancano i giovani, metà delle offerte va deserta
«Cercasi personale, qualificato e non». Basta scrutare le vetrine del centro storico per imbattersi in molti annunci del genere. Ma la ricerca di personale alla vecchia maniera non premia: i cartelli scritti a mano e appiccicati alla vetrina si sciupano, mentre passano i mesi senza che qualcuno bussi alla porta in cerca di un impiego. «Metà delle offerte di lavora fatica a trovare risposta. È un 50% riscontrabile tanto a livello nazionale quanto regionale e territoriale, dovuto in primis a inverno demografico e mancate competenze», evidenzia il direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone. A lui l’onere di inquadrare il perché di un’offerta sempre più spesso orfana di domanda, tra cause, possibili implicazioni e soluzioni che toccano non solo i negozi di vicinato.
Come cambia il mercato del lavoro
«Mercato e cultura del lavoro sono profondamente mutati, i giovani cercano qualità della vita prima ancora che guadagni elevati – spiega Barona – Allora il welfare aziendale deve essere la priorità ed è in questa direzione che le aziende devono puntare per risultare attrattive».
Sennò i due binari non si incontrano: le realtà, soprattutto medio-piccole – peculiarità e vanto del Nord Est–, che arrancano perché anziane e sotto di organico; i giovani, che tendono a porre sempre più condizioni su quanto e come si lavora (a differenza degli stranieri).
Un esempio di soluzione? Più spazio alle loro idee e iniziative, e orari flessibili. Sabato e domenica a casa, part-time e pomeriggi liberi, smartworking (che oggi è solo al 36% sul totale delle assunzioni a livello nazionale).
I numeri
Secondo l’osservatorio regionale sul mercato del lavoro, il raffronto tra il periodo gennaio-luglio del 2022 e quello del 2024, ha visto scendere le assunzioni nel Padovano da 55.603 a 54.918. Il saldo, positivo in Italia nei primi sette mesi dell’anno, si ridimensiona nella provincia di Padova.
Ma quali sono le professioni ricercate dalle imprese? Sul totale delle entrate previste a Padova questo agosto (fonte Bollettino Excelsior Unioncamere) solo il 15% sono dirigenti, professioni specializzate e tecnici. Il restante sono operai e impiegati, forza lavoro di quei settori più in crisi di personale. E quali le tendenze settoriali in vista dell’autunno? Industria e servizi su tutti.
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Strategie future
«Per le imprese è urgente imparare a formulare domande di lavoro trasparenti, solcando tutti i canali di reclutamento possibili e legali», suggerisce il direttore di Veneto Lavoro.
In particolare rafforzando l’attenzione al capitale umano presente e futuro (sulla scia delle medie e grandi imprese), con academy aziendali, ancora contratti adeguati e stipendi giusti. Infine rilanciare il lavoro manuale. «A partire dalle scuole, partita tutta da giocare», dice Barone che lancia il guanto di sfida: «Niente paura, tutte le regioni competitive vivono questo problema». —
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