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Сентябрь
2024

Avvocata di 81 anni radiata due volte dall’Albo professionale

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A 81 anni l’avvocata veneziana Gigliola Valenti Stocco è stata radiata dall’esercizio della professione forense. È la sanzione più estrema che il Consiglio di disciplina dell’Ordine può emettere. E in questo caso - per il sovrapporsi di due distinti procedimenti - si tratta di una doppia radiazione.

La prima era già stata notificata dall’Ordine degli avvocati ad aprile. Cosa è successo? Le motivazioni della decisione - radiazione diventata irrevocabile, Valenti Socco non può più esercitare - non sono note, ma il suo nome è molto conosciuto a Venezia, per aver seguito centinaia di procedimenti civili.

Finendo però nell’essere imputata in due procedimenti penali. A dicembre 2023 era stata condannata in primo grado dal Tribunale di Venezia a 3 anni e 6 mesi di reclusione e a pesanti risarcimenti, accusata di peculato dal pm Roberto Terzo (che aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo, mentre l’avvocato difensore Bevilacqua si è battuto per l’assoluzione).

Nello specifico, secondo la Procura, dopo essere stata nominata amministratrice di sostegno di una signora – quindi con funzioni di pubblico ufficiale – tra il 2019 e il 2021, l’avvocata si sarebbe appropriata di 81 mila euro.

Si è prescritta l’accusa nei confronti dell’avvocata veneziana Gigliola Valenti Stocco di essersi appropriata dei 150 mila euro che un cliente – che seguiva in una causa immobiliare, per l’acquisto di una casa – aveva depositato in un conto Unicredit, del quale lei aveva la firma. Conto attivo tra il 2002 e il 2007: tempi ormai lontani, tanto che la pm Laura Cameli per due volte aveva chiesto l’archiviazione del caso, sollevato nel 2017.

Ma due diversi giudici per le indagini preliminari hanno mantenuto vivo il caso, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Marco Franco per conto prima dell’uomo, poi (dopo la sua morte) dei figli, ritenendo che a far fede non fosse la data di giacenza del conto, ma quella in cui l’uomo si era accorto che i soldi non c’erano più. Nel 2015 la causa immobiliare per l’acquisto dell’appartamento era finita in un nulla di fatto e l’uomo ava chiesto alla banca di liquidarlo: ma i soldi sul conto non c’erano più.