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Сентябрь
2024

Gli stipendi in provincia di Pavia sono tra i più bassi della regione

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PAVIA. La busta paga per i lavoratori della provincia di Pavia è tra le più leggere della Lombardia: il territorio, per retribuzione media annua, è penultimo in regione con 22.225 euro lordi e al 36esimo posto in Italia. Peggio di Pavia fa solo Sondrio, dove lo stipendio medio è di 21.035. La classifica è ricavata dall’analisi della Cgia di Mestre, basata su dati Inps e Istat, ed è riferita all’anno 2022 e ai dipendenti del settore privato.

La geografia dei salari mostra differenze, come prevedibile, tra Nord e Sud, ma il gap retributivo riguarda anche province della stessa regione. Come accade, appunto, in Lombardia, che resta comunque la regione con gli stipendi più alti: la media lorda annua è di 28.354 (110 euro la media giornaliera). Milano si conferma la provincia con le retribuzioni più elevate (32.472 euro lordi l’anno), pagate 10mila euro in più rispetto alla media nazionale. Seguono Lecco, Bergamo, Varese, Brescia, Como, Mantova e, appunto, Pavia.

Le ore lavorate

Ad alzare il livello delle retribuzioni sono anche i giorni lavorati: se tra Nord e Sud ci sono differenze importanti in termini di produttività, differenze ci sono anche tra le province del Nord, dove il numero medio delle giornate retribuite è stato pari a 253 giorni e si resta in ufficio o in fabbrica 38 giorni in più rispetto al Meridione. Gli stacanovisti si annidano in particolare nel territorio di Lecco (264,2 giorni), seguono i dipendenti privati di Vicenza (262,6), Biella (262,4), Padova (261,9), Treviso e Bergamo (entrambe con 261,6). Pavia è 26esima, con 253,4 giornate lavorate. Tornando agli stipendi medi, sul podio delle province a livello nazionale si piazzano, dopo Milano, anche quattro province dell’Emilia-Romagna: Parma, Modena, Bologna e Reggio Emilia con valori intorno ai 26mila euro annui. A far lievitare gli stipendi dei dipendenti è in questo caso la concentrazione di imprese attive in settori ad alta produttività: produzione auto di lusso, meccanica, meccatronica, automotive ma anche biomedicale e agroalimentare.

Il precariato

Come aumentare i salari medi nel settore privato? Il rapporto della Cgia indica la necessità di contrastare l’abuso di contratti a tempo ridotto, diffondere la contrattazione decentrata e, dal punto di vista fiscale, proseguire nel taglio Irpef. Tre indirizzi su cui si muovono i sindacati. Per Fabio Catalano, segretario generale della Cgil provinciale, la provincia di Pavia «ha un problema di fragilità del mercato del lavoro, condizionato dai bassi salari, come certifica la ricerca, e dalla precarietà. La discontinuità dei rapporti di lavoro incide pesantemente sugli stipendi. A Pavia c’è un dato ormai consolidato: l’80% delle nuove assunzioni ormai da due anni avviene con contratti di lavoro precari, tempo determinato e somministrati. L’altro tema riguarda i contratti collettivi nazionali: il tessuto economico della nostra provincia è contraddistinto da terziario e da lavoro pubblico, che sono i settori dove si fa più fatica a rinnovare i contratti. Anche sulla contrattazione decentrata verifichiamo spesso una scarsa disponibilità dei datori di lavoro». Per Marco Contessa, segretario generale della Cisl di Pavia, il trend sul territorio è perfino peggiorato. «I dati pubblicati lo scorso anno, riferiti al 2021, vedevano la provincia 34esima a livello nazionale, soprattutto la differenza di retribuzione rispetto alla media nazionale era di 172 euro, nel 2022 è stata di 615 euro. Le motivazioni sono molteplici. I contratti nazionali di lavoro definiscono stipendi uguali per tutti, ma la differenza la fa la contrattazione decentrata. Se vogliamo un rilancio dobbiamo puntare su questo, alla qualità del lavoro e alla valorizzazione delle professionalità». Anche per Carlo Barbieri, segretario Uil, «in provincia non si riesce a fare una contrattazione decentrata in linea con la tendenza regionale. Per come funziona la nostra economa si fatica a spuntare contratti di secondo livello».