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Amava il calcio e i giovani, morto il presidente della Nuova Osoppo: Qiu Jianfu aveva 45 anni

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UDINE. Un minuto di silenzio e lutto al braccio sul campo di calcio della Nuova Osoppo, nel pomeriggio di domenica 8 settembre. Hanno onorato così la memoria del loro presidente i giocatori che militano nella squadra del paese collinare in Terza categoria.

Eletto al vertice della società calcistica alla fine dello scorso anno, Qiu Jianfu, 45 anni, è morto la mattina di domenica 8 settembre, vittima di una malattia che se lo è portato via in soli quattro mesi.

In Friuli gestiva tre ristoranti. Lascia la moglie che vive in Cina insieme al figlioletto di 5 anni e un’altra figlia di 19 anni residente in Friuli. Il luogo e la data dei funerali non sono ancora stati fissati.

Nato in Cina, Qiu era arrivato in Italia con i genitori nel 1989 prendendo casa a Modena, dove ancora oggi aveva la residenza. Da molti anni si era trasferito in Friuli, a Udine, dove aveva avviato la sua prima attività in viale Palmanova. Impresa poi passata di mano per aprire il Ye’s Wok a Pradamano, poi il Koi a Udine, recentemente “replicato” a San Daniele.

Ristoranti che avevano contribuito a farlo conoscere come imprenditore, un lavoro intenso che non aveva impedito a Qiu di trovare il tempo per dedicarsi alla passione che aveva da sempre per il pallone, interessandosi al calcio dilettantistico, anche (soprattutto) grazie alla complicità di un grande amico come Marco Rebonati, già presidente del Martignacco calcio.

E’ con lui che si era avvicinato alla società di Osoppo. «Aveva una grande passione per il pallone e per i giovani - ricorda Rebonati -, voleva far qualcosa per sostenerli, per farli crescere. Così ci siamo avvicinati all’Osoppo, una società tranquilla con grande attenzione per i ragazzi». Qiu ne era diventato lo sponsor e a novembre scorso era stato eletto presidente, ponendosi alla guida di un progetto che vede coinvolto anche l’ex calciatore dell’Udinese, il nigeriano Christian Obodo.

Qiu si era fatto subito benvolere da tutti, per la passione, ma anche per il carattere e la simpatia. «Eravamo amici da tempo, per me era come un fratello, una persona introvabile» dice Rebonati, faticando a trovare le parole come la dirigenza della società sportiva, i giocatori, i dipendenti dei ristoranti e tutti quelli che lo conoscevano.

Domenica, fino a poco prima del fischio d’inizio, i dirigenti si sono interrogati se far scendere o meno i giocatori in campo. D’istinto la scelta sarebbe stata quella di non disputare la partita contro il Moimacco. Poi, invece, hanno pensato al loro presidente, «avrebbe voluto che i ragazzi giocassero – aggiunge Rebonati -. Così siamo scesi sul tappeto verde, abbiamo fatto un minuto di silenzio, abbiamo giocato con il lutto al braccio e abbiamo vinto: 1-0».

Il modo migliore per ricordare Qiu.