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Сентябрь
2024

Gorizia, «Tagli al servizio scuolabus»: Comunità slovena in subbuglio

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GORIZIA. Scoppia la grana scuolabus, nel giorno in cui c’è il rientro sui banchi di scuola. A prendere posizione è l’Skgz (Unione culturale economica slovena). Il nodo del contendere è la mancata predisposizione del trasporto, verso i doposcuola, dei bambini che frequentano le scuole slovene.

Il presidente provinciale Marino Marsič è un fiume in piena. «La cronica carenza di scuolabus e di autisti è un problema ben noto – premette – ma va ricordato che, al bando comunale, non ha partecipato nessun fornitore e anche l’affidamento diretto del servizio non è andato a buon fine. Le ragioni vanno perciò ricercate nelle caratteristiche e nel valore del bando che sono, evidentemente, poco interessanti per i potenziali partecipanti». Durante la riunione della Consulta per la minoranza linguistica slovena, «l’assessore preposto (Silvana Romano, ndr) ha assicurato che non si tratta di una scelta politica, ma rimane il fatto che 90 bambini che frequentano le scuole e i doposcuola in lingua slovena sono rimasti senza questo essenziale servizio pubblico. L’amministrazione comunale ha scelto, quindi, la soluzione più semplice e economica interrompendo il servizio e danneggiando, così, le famiglie. Un nuovo bando di gara dovrebbe essere predisposto per il prossimo anno scolastico ma non vi è alcuna garanzia che qualche soggetto vi aderisca».

L’Skgz alza il tiro e bolla l’unica soluzione proposta dall’amministrazione comunale come inaccettabile e offensiva per le famiglie. «Dobbiamo sottolineare che, per i bambini che frequentano le scuole italiane e il doposcuola al Lenassi, il servizio è rimasto invariato. Ciò potrebbe anche essere interpretato come una certa discriminazione da parte dell’amministrazione comunale nei confronti di parte dei propri cittadini: così fosse sarebbe un dato davvero preoccupante, tanto più nel contesto transfrontaliero della Capitale europea della cultura e del suo messaggio di amicizia e cooperazione».

A sentire l’Unione culturale economica slovena, l’amministrazione comunale ha finora rifiutato ogni soluzione alternativa, compreso un piccolo aggiustamento del percorso dello scuolabus che, da Piuma e via Brolo va a Piedimonte: una modifica che, secondo Marsič, non influenzerebbe in alcun modo l’orario degli scuolabus.

«Encomiabili sono pertanto gli sforzi del Dijaški dom e del Mladinski dom che hanno annunciato un ulteriore sforzo per sopperire a tale lacuna. Per entrambe le istituzioni questo però significa maggiori costi e un adeguamento delle attività del doposcuola ma soprattutto l’assunzione di tutte le responsabilità inerenti la sicurezza dei bambini. Ricordo che davanti alla scuola elementare Župančič di via Brolo nell’ora di uscita ci si trova di fronte ad un vero e proprio collasso del traffico perché, oltre allo scuolabus e 8 pulmini, ci sono almeno 40 auto ad aspettare i bambini. Su chi ricadranno le responsabilità in caso di un malaugurato incidente?».

L’Skgz chiede al Comune di garantire un trasferimento sicuro dei bambini dalla scuola ai centri doposcuola, compresi quelli in lingua slovena. Da parte sua, l’associazione apicale degli sloveni in Italia seguirà da vicino anche la predisposizione del nuovo bando di gara.