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Сентябрь
2024

Ribordone e Frassinetto, razzie in quota Sindaci infuriati: «Danno alla montagna»

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RIBORDONE

Dal Monte Colombo alla Rosa dei Banchi passando attraverso la Quinzeina e il bivacco Revelli. Ladri e vandali scatenati in alta quota in questo ultimo scorcio d’estate in Alto Canavese. C’è chi non ha trovato di meglio da fare che salire in cima al Colombo, a 2mila 848 metri di altitudine, per rubare il libro di vetta e sfasciare le targhe con i ricordi delle persone scomparse.

il raid

Il deplorevole episodio si è verificato nei giorni scorsi ed è stato scoperto sabato 31 agosto da alcuni appassionati della montagna che hanno testimoniato il raid vandalico con tanto di inequivocabile documentazione fotografica. Un autentico scempio. Sin da subito, è stata avanzata la richiesta al sindaco di Ribordone, Guido Bellardo Gioli, di presentare formale denuncia ai carabinieri e anche sui social è partita la ricerca di eventuali testimoni dell'accaduto o, comunque, di persone che siano salite in quota nei giorni scorsi per capire quando il raid possa essere stato compiuto.

la rabbia di bellardi gioli

«Ho sporto una dettagliata e tempestiva denuncia ai carabinieri - dice il sindaco di Ribordone, Guido Bellardi Gioli – Cosa penso degli autori del gesto? Basta aprire il vocabolario e scegliere gli aggettivi. Le motivazioni? Tra le ipotesi ci sono i puristi della montagna. Chi detesta ogni contaminazione e vede anche le croci come argenteria che intacca l’equilibrio naturale e paesaggistico». In quel di Ribordone, poco prima delle elezioni, era stato abbattuto a colpi di motosega una opera in legno raffigurante una mucca «che voleva essere il simbolo delle nostre origini e salutare i turisti e i pellegrini che salgono al santuario - conclude il primo cittadino di Ribordone - Ma quello è stato un dispetto. Sciagurato ma un dispetto. Deturpare i simboli in quota pone riflessioni più profonde».

Il Monte Colombo è collocato alla testata della valle di Ribordone, valle laterale della valle dell'Orco. Si può raggiungere partendo da Ciantel (1392 m), frazione di Ribordone. La via normale alla vetta si dipana dalla frazione Schiaroglio. Percorrendo mille 400 metri di dislivello ed in quattro ore e mezzo di cammino, si raggiunge la cima. Chi è salito fin lassù per compiere questo atto vandalico è sicuramente un instancabile escursionista, ma non ha alcun rispetto per la montagna, per ciò che rappresenta e per le memorie che essa custodisce gelosamente come un prezioso scrigno che non deve essere violato. Un analogo increscioso episodio si è registrato in un’altra vetta emblema del nostro territorio, la Rosa dei Banchi, a quota 3mila 164 metri, al confine tra la Valle Soana e la Valle d'Aosta, sempre nel cuore del Parco nazionale del Gran Paradiso. In questo caso, non è soltanto stato trafugato il diario della vetta, ma è anche stato danneggiato il quadro in rame raffigurante Papa Giovanni XXIII. L'opera, realizzata da Giovanni Vezzetti oltre cinquant’anni fa, è stata divelta e rigata. Il registro della vetta è stato portato via dopo che il malintenzionato, (o i malintenzionati), ha sfasciato anche il coperchio della scatola di acciaio che lo conteneva. La notizia è stata postata sui social e sul portale vallesoana.it. L’Ente Parco nazionale Gran Paradiso e la Società Meteorologica Italiana - Nimbus si sono uniti alle denunce dei vergognosi vandalismi che negli ultimi giorni hanno interessato vari manufatti in quota nelle valli del Canavese, perché, alla fine, a finire nel mirino degli idioti non sono stati soltanto Monte Colombo e Rosa dei Banchi. Si è spaziato dall’asportazione dei libri-firme al bivacco Revelli(Val Soana) e in vetta ai monti Colombo (Ribordone), Rosa dei Banchi (Val Soana) e Punta Quinzeina Sud (Valle Sacra), talora con danni alle loro protezioni metalliche, alla distruzione di targhe commemorative in cima al Monte Colombo e del quadro in rame dedicato a Papa Roncalli sulla Rosa dei Banchi.

«disprezzo per il lavoro»

Inoltre, il Corpo di Sorveglianza del Parco ha accertato che anche il libro-firme del Percorso glaciologico del Ciardoney, collocato appena un anno fa e riportante già numerose attestazioni di apprezzamento di escursionisti e ricercatori, è stato portato via, insieme al coperchio della sua cassetta metallica. «Condanniamo questi episodi, peraltro incomprensibili e in contrasto con una sana e rispettosa modalità di fruizione della montagna, ancor più in un’area protetta» si legge in una nota congiunta di Ente Parco e Nimbus.

«In questi gesti colgo anche il disprezzo per il lavoro svolto da amministrazioni e ed enti montani per un turismo etico e sostenibile – conclude il sindaco di Frassinetto, Marco Bonatto – Uno sfregio inqualificabile per chi lavora per la montagna».