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Сентябрь
2024

Le Valli abbandonate si spopolano: dal 1921 persi 12 mila abitanti

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SAN PIETRO AL NATISONE. In un territorio che poco più di un secolo fa, nel 1921, contava 17.640 abitanti e che oggi non supera i 5.500, spalmati fra sette Comuni, indagare sulle criticità – per mettere a fuoco i nodi principali, nella ricerca di possibili vie d’uscita – è come scoperchiare il vaso di Pandora.

Una genera l’altra, in una concatenazione che rende quasi impossibile isolare i singoli problemi e che impone, di conseguenza, una visione d’insieme e strategie sovracomunali congiunte, come da anni sostengono i sindaci, latori di un’infinità di appelli – diversi ma, appunto, interconnessi – alla Regione.

Lo spopolamento

Lo spopolamento (dal 1961, quando i residenti erano 14.293, il calo è stato progressivo e inesorabile, portando a quota 6.835 in appena 30 anni, fino al 1991) è al contempo causa ed effetto di una situazione che viene istintivo associare al termine abbandono: meno gente c’è, infatti, meno “potere” il comprensorio riesce ad esercitare nei confronti dei soggetti tenuti alla manutenzione delle infrastrutture, al potenziamento dei servizi (una delle croci per eccellenza è la copertura telefonica, assente in ampia parte del bacino valligiano) o al loro mantenimento, come nel caso – cruciale – delle scuole.

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Le criticità

Ecco così le strade «trasformatesi in tunnel fra gli alberi» (citando il presidente della Comunità di montagna del Natisone e Torre Antonio Comugnaro, sindaco di San Leonardo), le interruzioni delle linee elettriche o telefoniche all’occorrenza di ogni ondata di maltempo, proprio per effetto della caduta di piante, le scuole in agonia per numero di iscritti: nell’ampio plesso di San Leonardo, perfettamente adeguato alle normative di sicurezza con una spesa di 2 milioni di euro e pure dotato di una mensa con cucina interna, ormai ci sono le pluriclassi; ed ecco, ancora, i municipi deserti, perché sedi lavorative come Grimacco o Drenchia, per citare i centri più in quota, alle condizioni salariali in essere non sono certo appetibili.

Manutenzioni

«I fondi che ci vengono trasferiti annualmente per la manutenzione delle strade comunali, pari a 100 mila euro (che tolti oneri di progettazione e Iva si riducono a 60 mila), sono assolutamente insufficienti rispetto alle necessità», dicono all’unisono i primi cittadini, costretti a continui equilibrismi di bilancio per provvedere alle esigenze.

Parallelamente, forti carenze si riscontrano negli interventi di competenza degli enti sovracomunali – nel caso della viabilità – o delle compagnie elettriche e telefoniche. «Ad ogni temporale – evidenziano i sindaci, a cominciare da quelli dei Comuni di Savogna, Tatiana Bragalini, Drenchia, Francesco Romanut, e Grimacco, David Iurman – subiamo danni alle linee, con blocchi del servizio».

Fondamentale sarebbe il completo interramento: sul punto specifico, peraltro, il sindaco di San Pietro al Natisone, Cesare Pinatto, lamenta la mancata condivisione dei progetti in itinere con le amministrazioni locali, «coinvolte solo per la richiesta di autorizzazione ma all’oscuro dei piani».

Telefonia

A livello di copertura per la telefonia mobile, il panorama è desolante. A Drenchia è un miraggio, in buona parte del territorio di Savogna pure («era previsto un ponte radio – racconta Bragalini –, ma il traliccio non è stato realizzato: è stato invece messo un ripetitore dove già c’era quello 4G, con il risultato che non è cambiato nulla, ovvero che le zone scoperte lo sono tuttora»). «Serve un progetto unitario, per le intere Valli, di cui beneficino tutti i Comuni: non si può continuare con interventi spot», rimarcano Comugnaro e il sindaco di San Pietro al Natisone, Cesare Pinatto, precisando che si ripongono speranze nei fondi destinati al comparto nell’ultimo assestamento del bilancio regionale.

«Il progetto di Open Fiber – rileva sempre Pinatto – era fatto bene: purtroppo, però, una serie di cose non sono state portate a termine. Nel 2020 – ricorda quindi – avevo prodotto uno studio che fissava in due milioni di euro l’importo per risolvere il problema delle telefonia nelle Valli in toto. Basterebbe finanziarlo. È una questione di sicurezza dei residenti, in primis, e naturalmente dei visitatori e dei tanti escursionisti».

Condivide il sindaco Pulfero, Camillo Melissa: «Anche la nostra area è in ampia parte scoperta, e il wi-fi arriva solo in poche zone», documenta, sottolineando l’«importanza di investire in infrastrutture, il solo modo – conclude – per offrire una possibilità di futuro a questa terra».