Piazza Libertà, davanti alla stazione centrale di Trieste un silos a cielo aperto
Piazza della Libertà a Trieste è diventata una sorta di Silos a cielo aperto, dove però a passare ore, giornate, non sono solo le persone migranti in attesa di una sistemazione, ma anche alcune che sono già entrate nel circuito dell’accoglienza, oltre a dei senzatetto locali, altri dell’Est Europa, e uomini e donne con disturbi mentali. Un concentrato dalle mille sfumature, dove si innestano dinamiche difficili da gestire. Basta una scintilla per far esplodere una rissa. Tanto che alcuni migranti preferiscono andare a dormire in altre piazze, meno rischiose, come il giardino Ieralla di viale Miramare o piazzale Rosmini.
La situazione
Alcune sere diversi giovani si trovano lì a suon di musica, alcol e cibo. Sebbene guardando negli occhi chi è costretto a dormire sotto le coperte termiche c’è ben poco da festeggiare. Il risultato è che la piazza è una sorta di discarica, con rifiuti di ogni tipo, deiezioni umane e urina, avanzi di cibo, con l’inevitabile andirivieni di ratti. Sembra paradossale, eppure gli scorsi anni, quando i migranti che dormivano su quel fazzoletto di verde ormai scomparso – ora sono una ventina – erano decisamente di più, dal punto di vista igienico la situazione non era così grave.
Il sottopassaggio, chiuso perché ogni notte veniva usato a mo’ di latrina, è una distesa di rifiuti. Impressionate. E in fondo alle scale che conducono a quel passaggio sotterraneo, prima del cancello, ogni mattina gli addetti della Its Ecologia sono costretti letteralmente a “spalare” mucchi di deiezioni umane e a lavare urina e vomito.
L’erba che era spuntata lo scorso anno non c’è più. L’impianto di irrigazione riqualificato la scorsa estate viene costantemente danneggiato: vengono aperti i pozzetti e con pinze e forbici viene manomesso. È stato più volte riparato, ma nell’arco di pochi giorni viene nuovamente danneggiato. Così come la centralina.
I controlli
Giornalmente le forze dell’ordine presidiano l’area. Una presenza che dovrebbe servire più che altro da deterrente e che è utile a garantire un rapido intervento se dovesse succedere qualcosa. «I controlli ci sono – specifica il questore Pietro Ostuni – anche oggi (ieri, ndr) lì abbiamo trovato dieci migranti che erano arrivati da poche ore e li abbiamo accompagnati in questura per avviare le pratiche». Almeno una volta alla settimana vengono organizzati controlli specifici, come deciso in Prefettura in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza. «Quel punto della città è luogo di riferimento per i migranti e comunque di ritrovo», rileva Ostuni.
I residenti della zona invece in piazza non ci mettono più piede. Non è più la loro piazza. —
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