ESCLUSIVA PE | Intervista al responsabile del settore giovanile azzurro Federico Bargagna
Abbiamo fatto una bella chiacchierata con il responsabile del settore giovanile dell’Empoli Federico Bargagna, con il quale abbiamo fatto il punto della situazione sulla nuova stagione appena cominciata. Un’intervista esclusiva durante la quale sono stati affrontati molti temi.
Ciao Federico, ben ritrovato. La stagione è cominciata da poco, con alcune novità non solo per quanto riguarda i calciatori e i tecnici, ma anche per quanto riguarda il regolamento. Puoi dirci cosa è cambiato?
“La Primavera quest’anno è diventata una Under 20, ormai è una sorta di seconda squadra. Con Matteo Silvestri mci consideriamo fino all’under 18 dirigenti del settore giovanile, per la Primavera siamo una sorta di direttori sportivi in piccolo. Con la nuova riforma possono giocare tutti i 2005 illimitati, per cui come dicevo è alla stregua di una seconda squadra. Dal punto di vista dei tecnici la formazione Primavera di Birindelli si è arricchita con l’arrivo di un nuovo preparatore atletico, Nicola Ricca, che proviene da un percorso con noi. Credo sia bello veder crescere non solo i giocatori ma anche i collaboratori in seno alla società. Come preparatore dei portieri è arrivato Mauro Siotto, che ha avuto esperienze di prime squadre sia nel calcio (in D con il Ghiviborgo) sia nel beach soccer (in Serie A). Siamo contenti del suo arrivo, il suo entusiasmo e le sue competenze saranno utilissimi. I collaboratori di campo Luca Fiasconi e Thomas Giani sono stati riconfermati, siamo felici che siano rimasti”
Il passaggio della Primavera a Under 20 ha introdotto la possibilità di avere in squadra i 2005. Ti trovi d’accordo con questa modifica?
“Il format del campionato ha varie sfaccettature per come potremmo interpretarlo. Alzando il livello dell’età alzi anche il livello della competitività e quello fisico. Sicuramente è ancora più allenante per chi lo gioca. Tante squadre pensano sia giusto questo format, perché gli permette di non disperdere quei giocatori, anche tardivi, sui quali hai bisogno di più tempo per lavorare. Questa può essere una lettura giusta, ma può essere giusto anche anticipare i tempi e far giocare i 2007. Ci sono varie letture da dare al campionato, se valutate dai propri punti di vista. Non tutte le squadre hanno la stessa rosa, non sempre arrivano gli stessi gruppi da sotto. Alcune squadre usano la Primavera anche per parcheggiare calciatori che non sono ancora pronti per la prima squadra, la cosa sicura è che è diventato un campionato complesso”
L’Empoli però non si è snaturato e continua praticamente senza fuori quota. C’è una ragione specifica?
“Noi abbiamo l’under 17 che lo scorso giugno ha giocato la finale contro la Roma e ci sembrava giusto di farli misurare fin da subito con un campionato competitivo come l’Under 20, sapendo che almeno inizialmente possono pagare a livello fisico e di esperienza. Crediamo che questo fosse il passaggio ideale, perché la storia dell’Empoli è fatta da ragazzi che quando hanno potenzialità dobbiamo farli esprimere. L’altra parte della rosa è composta da ragazzi del 2005 e del 2006 che danno il giusto mix di esperienza e conoscenza del campionato, che è impegnativo. In questo momento è importante pensare di preparare giocatori in ottica prima squadra, ma anche far di tutto per riuscire a mantenere la Primavera 1 che è un valore aggiunto per tutto il nostro settore giovanile”
Che soddisfazione provi nel vedere esordire in prima squadra calciatori che sono stati formati in Primavera, mi riferisco ad esempio a Marianucci e Goglichidze che hanno debuttato rispettivamente in coppa e in campionato?
“Noi abbiamo la fortuna di vivere questo percorso in sinergia completa con la proprietà, col mister della prima squadra, col direttore della prima squadra. Per me e Matteo Silvestri è una fortuna avere la loro vicinanza nel confronto quotidiano, e questa fortuna è sentita da parte di tutto il settore giovanile, tecnici compresi. Questo ci permette di crescere dal confronto che nasce con loro, è uno dei valori aggiunti sui quali possiamo contare qui a Empoli. Quando il prodotto del settore giovanile arriva in prima squadra è una vittoria per tutti, dai vari responsabili che sono passati di qua negli anni agli allenatori che li hanno allenati, passando per i preparatori che hanno lavorato con loro e per tutte quelle persone che lavorano nell’ombra. Si tratta del completamento di un percorso che in questi trenta e passa anni ha fatto la storia dell’Empoli”
In prima squadra è uscito di scena Accardi ed è arrivato Gemmi: è cambiato qualcosa con l’avvicendamento?
“Quanto ha fatto Accardi negli anni non sta certo a me ricordarlo, con lui c’è sempre stata una collaborazione positiva. Il rapporto che si è creato con Gemmi, Armando Perna, mister D’Aversa per me e Silvestri è qualcosa di davvero straordinario. Ripeto, con loro c’è un confronto quotidiano che ci permette di crescere. Ci trasmettono entusiasmo, ci danno input per capire dove migliorare, con Gemmi si è instaurato un rapporto importante, di stima, e sta a me e Matteo ripagare la sua fiducia. Ce la metteremo tutto, ma si è davvero creato un bel clima e di questo ne sono molto contento”
In Primavera il reparto che ha subito più modifiche è stato l’attacco. Ci parli dei nuovi arrivi?
“Konaté e Gravelo sono due calciatori che sono arrivati proprio grazie a quella sinergia col direttore Gemmi di cui parlavo prima. Il direttore ha investito su questi due ragazzi che faranno parte della prima squadra ma poi scenderanno a giocare con noi, anche se l’auspicio è quello che possano rimanere stabilmente in prima squadra. Sarebbe la vittoria di tutti. Sono due attaccanti che abbiamo seguito, frutto di un lavoro a monte. Non sono colpi di mercato improvvisi, magari sono state improvvise le tempistiche ma c’era una certa visione su di loro. Per Konaté è stato più facile (era al Cagliari, ndr), mentre Gravelo siamo andati a vederlo direttamente in Brasile”
Ormai è qualche anno che l’Under 18 è tornata tra le formazioni giovanili dell’Empoli. Si tratta spesso di un bacino nel quale attingere per rinforzare la Primavera, che importanza ha nell’economia del settore giovanile azzurro?
“Più passano gli anni e più ci accorgiamo della sua importanza. Ti faccio un esempio: se tre anni fa non ci fosse stata la Under 18 magari Marianucci avrebbe potuto fare un percorso diverso e forse non lo ritroveremmo oggi in prima squadra. In quel momento Marianucci era chiuso da una concorrenza molto folta, c’erano Indragoli e Guarino e avrebbe avuto di conseguenza poco spazio in Primavera. Invece grazie alla Under 18 ha fatto un percorso differente, è cresciuto con i suoi tempi ma è comunque approdato in Primavera successivamente. L’under 18 lo ha aiutato. Parto dalla prima Under 18, quella dei 2004: in quella formazione hanno fatto tante partite Sodero, Ignacchiti che ora è in B, Guarino che ha fatto un grande percorso con le varie Nazionali. Tutti giocatori che poi sono passati in Primavera. Hai usato un termine giusto parlando di bacino perché è una sorta di contenitore che permette di dare minutaggio a quei giocatori non ancora pronti ma che in futuro potrebbero esserlo. Abbiamo un nuovo tecnico, Francesco Sarlo, che dovrà essere bravo a fare il lavoro perfetto, ossia far crescere i giocatori e raggiungere risultati. A livello giovanile il risultato non è fondamentale, sono altre le priorità, ma quando arrivano in Under 18 i ragazzi devono cominciare ad avere la consapevolezza dell’importanza del risultato”
Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento radicale per ciò che riguarda la programmazione delle partite, con il cosiddetto “spezzatino” che ha investito anche la Primavera. Qual è il tuo pensiero? Pensi che si possa, per così dire, tornare indietro in questo senso?
“Sai, quando ho fatto io la Primavera si giocava tutti di sabato pomeriggio, era un campionato completamente differente. Poi siamo arrivati a questo momento in cui la Primavera, come ripeto, non è più un settore giovanile. Vero che può essere faticoso negli orari, ma bisogna riconoscere anche la grande visibilità che il format sta dando a questi ragazzi. Gli orari sono senza dubbio complicati, ma la squadre possono essere viste da migliaia di persone e può essere una vetrina. I ragazzi sono alla soglia delle prime squadre, gli anticipi di qualche anno le difficoltà che incontrerebbero più avanti”
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