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La crescita dei pesci volanti «Colpa delle temperature»

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TRIESTE. Non c’è bisogno di immergersi sott’acqua per rendersi conto di quanto stiano cambiando gli equilibri nei fondali marini. Basta aguzzare la vista e cercare di entrare nella schiera dei fortunati che, quest’estate, hanno notato un fenomeno curioso e affascinante sulla superficie dell’Adriatico: la proliferazione dei cosiddetti pesci volanti, muniti di pinne simili a delle ali e intenti a solcare, a ritmo di balzi e di planate, le onde del mare. Fenomeno che si presta ad essere, per la sua indubbia singolarità, l’emblema delle trasformazioni in corso nel golfo di Trieste, inducendo una serie di riflessioni alla luce dell’anomala stagione climatica appena trascorsa (sempre che il recente assaggio di autunno non sia soltanto un’illusione).

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Avvistamenti in centro città

«Abbiamo avuto alcune segnalazioni di avvistamenti di pesci volanti anche nel centro città, davanti alle Rive o in Ponterosso», dice Saul Ciriaco, biologo marino dell’Area marina protetta di Miramare. I pesci volanti – o Exocoetidae, seguendo l’appellativo scientifico – già negli anni passati abitavano le acque del Mediterraneo, ma nel corso di quest’estate, almeno per quanto riguarda il golfo di Trieste, «si avvistano con una frequenza maggiore», spiega sempre Ciriaco.

D’altronde, è difficile che la loro presenza passi inosservata, viste le esibizioni di agilità ed equilibrismo che sono in grado di regalare. Oltre alle Rive e a Ponterosso, altre segnalazioni provengono dalle coste di Muggia, mentre spesso – osserva Ciriaco – i pesci voltanti compaiono sulle scie delle navi e dei traghetti, sobbalzati a causa del movimento delle onde create dal passaggio delle imbarcazioni. Solitamente, comunque, il loro “decollo” è giustificato dalla fuga da un predatore: possono restare in volo anche per mezzo minuto a seconda delle circostanze, con un’elevazione massima di un metro e una velocità che può toccare i 50 chilometri all’ora. Dando vita così a quello spettacolo unico cui non pochi triestini hanno avuto l’occasione di assistere nelle ultime settimane.

L’incremento delle temperature

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Come si spiega, allora, l’aumento dei pesci volanti nel golfo di Trieste? Posto che potrebbe esserci anche un fattore legato a una maggiore attenzione da parte di chi osserva, la causa principale è «l’incremento delle temperature» registrato in tutto il Mediterraneo. I pesci volanti, infatti, sono specie termofile, cioè prediligono i mari caldi. E che l’estate del 2024 rappresenti un record quanto a temperature delle acque lo confermano anche le rilevazioni compiute all’interno dell’Area marina protetta di Miramare: «Nel fondale abbiamo avuto una temperatura media di 28 gradi, che vicino alla superficie raggiungeva anche i 30», afferma Ciriaco.

I pesci volanti

Il caso in questione dei pesci volanti è soltanto uno dei tanti (e forse il più bizzarro) che si potrebbero riportare nel momento in cui si indagano le trasformazioni del mar Adriatico dettate dall’innalzamento delle temperature. Un processo che ha toccato il culmine, a metà giugno, con l’accumulo di mucillagini dovuto alla bassa piovosità, all’alta pressione e all’ampia disponibilità di nutrienti. Ciriaco, poi, ricorda altri esempi: «Molte spugne o coralli hanno subìto attacchi da parte dei batteri, con una coda importante negli ultimissimi giorni (prima dell’arrivo della pioggia, ndr)». Fra le vittime ci sono le madrepore, appartenenti alla famiglia dei coralli, che nella riserva di Miramare si sono «sbiancate» nel giro di un paio di giorni: «un evento assolutamente inedito», commenta Ciriaco. Crescono invece i pesci balestra, passati da un paio di segnalazioni all’anno alla ventina di questa estate.

Gli equilibri nel mare cambiano, insomma, ma non è detto che tutti i cambiamenti siano deleteri. Il monitoraggio della situazione sott’acqua da parte dei vari enti coinvolti – da Ogs all’Area marina protetta di Miramare, dall’Università di Trieste all’Arpa – serve appunto proprio a questo: a riconoscere il momento in cui lo sviluppo di una specie inizia a costituire un rischio per l’ecosistema del golfo di Trieste, predisponendo eventualmente delle azioni in sua tutela. Per ora, comunque, la bellezza dei pesci volanti non sembra essere minata da particolari controindicazioni.