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L’Orco inghiotte un imprenditore 58enne Stava lavorando sulle rive del torrente

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FELETTO

In poche ore il torrente Orco è diventato minaccioso. E ieri mattina, giovedì 5, poco prima delle 10, la furia delle sue acque impetuose e limacciose ha strappato dalle sponde un trattore. E l’uomo che ne era alla guida, Gianni Canavera di 58 anni, residente a San Francesco al Campo, risulta tutt’ora disperso.

Era ai comandi della macchina agricola sul greto del torrente, al confine tra Feletto e Lusigliè, in regione Chiria. È stato sorpreso dalla piena. Forse, ma questa è una ipotesi, anziché abbandonare il mezzo e fuggire, ha tentato una manovra per guadagnare una zona più sicura. Ma il trattore, in balia delle acque, si è ribaltato e da quel momento dell’imprenditore di Corio si sono perse le tracce, inghiottito dal torrente.

L'uomo stava effettuando delle opere di disboscamento e pulizia delle rive quando si è verificato l'incidente. L’allarme è stato lanciato dagli altri operai, tra cui il figlio. Sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del fuoco di Ivrea mentre da Torino sono arrivati i Gos (Gruppo operativo speciale con l’escavatore), i Saf (speleo- alpino- fluviale), i sommozzatori, si è alzato in volo l’elicottero Drago, l’Unità di comando locale e l’autogru dei pompieri.

Presenti sul posto anche i carabinieri di Ivrea e di Rivarolo, la Polizia locale di Feletto e un’ambulanza attrezzata del 118 con una equipe medica pronta all’intervento.

Al momento dell’arrivo ai soccorritori sono apparse solamente le due ruote posteriori del pesante mezzo che affioravano nella corrente impetuosa a pochi metri dalla riva. L’ubicazione del posto dell’incidente è in aperta campagna, raggiungibile solamente percorrendo campi coltivati e una zona boschiva impervia.

Il tragitto è reso assai fangosi dalle pesanti piogge. Quasi una palude. Per tutto il giorno sono proseguite le operazioni di ricerca del disperso mentre, sulla sponda, si sono raccolti colleghi e familiari. Gianni Canavera è un imprenditore molto conosciuto. Sposato e padre di tre figli, un ragazzo e due ragazze, era un esperto di opere di disboscamento, recupero legname e pulizia rogge. Originario di Corio, amante dei motori, insieme alla moglie a cui è intestata l’impresa, aveva commissioni in tutto il Canavese.

Le ricerche dei vigili del fuoco sono ancora in corso e si sono spostate a valle, verso San Benigno.

Il trattore è stato recuperato nel tardo pomeriggio con una gru e posto sotto sequestro. Interverrà anche lo Spresal: si tratta infatti di un incidente sul lavoro. L'elicottero Drago dei vigili del fuoco ha sorvolato per ore e ore l’intera zona mentre i sub dei caschi rossi hanno scandagliato il corso dell'Orco fino al Basso Canavese ma del 58enne ancora nessuna traccia. Diverse squadre dei pompieri hanno operato con l'ausilio dei moderni droni. Sulla dinamica dell'incidente sono ora in corso gli accertamenti dei carabinieri di Rivarolo e dello Spresal.

«È stata questione di un attimo. Non abbiamo avuto la percezione del pericolo incombente» ha detto uno degli operai ai carabinieri che hanno raccolto quanti più elementi possibile per ricostruire nel dettaglio ogni passaggio di quella che, di ora in ora, assume i contorni di una tragedia.

La paura ha attanagliato gran parte dell’Alto Canavese che se da un lato si attendeva violenti piovaschi (l’Arpa aveva diramato una allerta di media pericolosità) non si aspettava l’ingrossamento così impetuoso di tutti i torrenti, dall’Orco al Soana, dal Chiusella sino a piccoli affluenti montani . La situazione è stata comunque monitorata con calma e tenuta sotto controllo e molti comuni hanno chiesto ai loro cittadini, nella mattinata di ieri, di evitare gli spostamenti in auto e di non avvicinarsi alle sponde dei corsi d’acqua. La cascata di Noasca è stata nuovamente il simbolo dell’imminente pericolo come lo è stata in occasione dell'ondata di maltempo che ha flagellato il Canavese a fine giugno.

A Ronco, nel tratto in cui scorrono il Forzo e ed il Soana si è stati ad un passo da fare evacuare le prime abitazioni: fortunatamente gli oltre 150 millimetri di acqua caduta non sono aumentati e nel tardo pomeriggio si è iniziato a respirare con tranquillità.