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Lauree in Sanità, regione in controtendenza: più iscritti rispetto al resto d'Italia

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Rispetto al calo del 5,3 per cento registrato a livello nazionale, in Friuli Venezia Giulia, nelle università di Udine e Trieste, rispetto allo scorso anno, le domande di preiscrizione alle lauree sanitarie salgono del 7,2 per cento.

Ieri, salvo qualche rinuncia dell’ultimo minuto, in 1.255 - 739 a Trieste e 517 a Udine - hanno sostenuto la prova, contendendosi i 786 posti disponibili, segnando, solo a Trieste, un incremento di domanda del 26 per cento, rispetto allo scorso anno quando i candidati erano 1.171.

La classifica

Tra i corsi più gettonati troviamo fisioterapia al primo posto con, solo a Udine, 208 domande rispetto ai 30 posti a disposizione, ostetricia con 65 richieste e 16 posti e pure infermieristica dove va meno peggio del resto d’Italia.

I 115 posti attivati a Udine sono stati opzionati da 158 aspiranti infermieri, quello attivato a Pordenone invece ha ricevuto, come prima scelta, 52 richieste. Se a livello nazionale il rapporto domanda-posti è pari a 1, a livello regionale questo dato non è disponibile perché l’ateneo triestino rivela le disponibilità e il loro incremento (20 unità) attuato quest’anno, ma non il numero delle domande ricevute.

Dettagli a parte, il Friuli Venezia Giulia, con il suo 7,2 per cento, registra la maggiore percentuale di crescita della domanda, seguita da Sicilia (+5%), Calabria (+4,4%), Toscana (+1,7%), Liguria (+1,5%) e Veneto (+1,4%).

L’analisi

Inutile dire che il dato evidenzia luci e ombre: se da un lato gli aspiranti fisioterapisti sono sempre troppi rispetto ai posti a disposizione, in 208 hanno indicato Udine come prima scelta per contendersi i 30 posti, dall’altro all’appello continuano a mancare gli infermieri.

L’ateneo friulano può contare su 158 prime scelte al corso attivato a Udine (150 posti) e 52 a Pordenone con 85 posti. Trieste , invece, mette a disposizione 200 posti, 20 in più rispetto a un anno fa.

In entrambi i casi sono dati provvisori visto che i candidati possono esprimere, in ordine di importanza, tre scelte. «A infermieristica a Pordenone – assicura la presidente nazionale della Conferenze delle lauree sanitarie triennali e magistrale, Alvisa Palese – abbiamo molte seconde scelte. A Udine ci difendiamo molto bene con un rapporto domanda- posti pari a 1,7».

Palese, che è anche presidente della commissione d’esame, fa notare che l’ateneo friulano, per massimizzare, ha consentito agli aspiranti infermieri di effettuare quattro scelte, una in più, e per la prima volta ha diversificato le graduatorie di Udine e Pordenone.

Se a tutto ciò aggiungiamo la tenuta registrata, rispetto allo scorso anno, del numero complessivo delle domande, Palese è convinta che, in parte, sia stato determinato dal primo posto, raggiunto per la quarta volta, da Medicina nella classifica Censis.

«I candidati – sottolinea – scelgono la qualità: in Friuli Venezia Giulia abbiamo ottimi ospedali alle spalle che favoriscono l’integrazione».

L’altro dato da non sottovalutare è la diversa tempistica seguita dal test di Medicina che, in passato, spronava i ragazzi a tentare diverse strade: «Il calo è legato all’anticipo del test di Medicina a maggio e a luglio, gli studenti che hanno sostenuto la prova per le lauree sanitarie potrebbero essere veramente motivati».

Si spera nelle seconde scelte anche per Educatore professionale, il corso avviato nel 2002: a Udine con 40 posti a disposizione ha registrato 34 prime scelte.

Le prove

Il 73 per cento dei 1.255 candidati che ieri hanno sostenuto la prova di ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, è donna. Una percentuale dei posti viene riservata agli studenti stranieri e le domande provenienti da fuori regione aumentano – è il caso di Trieste – del 48 per cento, pari al 22 per cento del totale.

Il fatto che il Friuli Venezia Giulia sia la regione con la percentuale più alta di aspiranti sanitari fa ben sperare nel momento in cui il problema più grosso del sistema sanitario italiano è la mancanza di medici e infermieri.

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