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Femminicidio di Giulia Cecchettin, il nonno premia i soccorritori che trovarono il corpo

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Sarà Cesare Camerotto, nonno materno di Giulia Cecchettin, a porre uno speciale medaglione al collo dei tre volontari che il 18 novembre dello scorso anno trovarono il corpo senza vita di sua nipote vicino al lago di Barcis (Pn).

Antonio Scarongella, Andrea Miconi e Simona Messina riceveranno questo speciale riconoscimento domenica al termine della messa celebrata dal parroco di Saonara don Francesco Monetti.

Della delegazione di volontari arrivati dal Friuli Venezia-Giulia faranno parte anche Maria Marini e Fabrizio De Filippi: tutti appartenenti al Crucs, il Coordinamento regionale unità cinofile da soccorso che fa capo alla Protezione civile del Friuli-Venezia Giulia.

Alla cerimonia parteciperanno Gino Cecchettin, i figli Elena e Davide, Bruna la nonna materna di Giulia, lo zio Andrea Camerotto, che pronunceranno messaggi di saluto, di ringraziamento e di riflessione.

Nei banchi siederanno il sindaco di Saonara Michela Lazzaro, di Vigonovo Luca Martello e di Barcis Claudio Traina; assieme ai volontari ci sarà anche Jäger, il cane di razza flat coated retriver che quel triste giorno guidò verso Giulia il suo conduttore Andrea Miconi.

Si preannuncia un forte afflusso di persone, da Saonara e anche da Vigonovo: nonostante infatti sia passato quasi un anno da quel tragico evento, il ricordo di Giulia e il rimpianto per la sua fine ingiusta continuano a rimanere vivissimi in entrambe le comunità.

Il medaglione fatto coniare da Cesare Camerotto mostra su di un lato il volto sorridente della giovane, riprodotto con la tecnica della fotoincisione, e sull’altro la frase “In ricordo di Giulia”. L’idea di donarlo ai tre soccorritori pordenonesi è venuta proprio a nonno Cesare, per esprimere la gratitudine verso chi ha permesso ai familiari di avere un luogo dove ricordare e piangere Giulia.

La medaglia ricorda quei ritratti che un tempo si appendevano alle catenine del battesimo per avere sempre con sé i familiari defunti.

«È un po’ come se questi volontari siano entrati virtualmente a far parte della nostra famiglia» è il pensiero di Andrea Camerotto «Per noi la prospettiva di non ritrovarla più, nemmeno morta, era insopportabile: almeno questo dolore ci è stato risparmiato».

Di sicuro molta attenzione ed emozione desterà la presenza del cane Jäger: la mattina del ritrovamento la bestiola indicò con sicurezza al suo conduttore il luogo dove giaceva Giulia. Un anfratto fra le rocce e la vegetazione dove nessun essere umano sarebbe mai riuscito a trovarla.