Com’è stato realizzato l’ultraleggero di Premariacco, costruito con materiali compositi e metallo
UDINE. Realizzato quasi interamente in materiale composito, fondamentale per ridurre il suo peso a vuoto a 275 chilogrammi, lo Storch di Fly Synthesis è l’evoluzione di un modello che l’azienda di Lavariano, chiusa dal febbraio 2023 e in liquidazione da un anno, ha creato nel lontano 1991.
«Fly Synthesis – spiega il professor Mauro Fasano, responsabile della sezione aeronautica del Malignani di Udine – è stata tra i pionieri nell’utilizzo dei materiali compositi in aeronautica. E lo Storch uno dei primi modelli realizzati con parti in composito, materiale che nei modelli attuali costituisce la quasi totalità della struttura. Solo i longheroni delle ali, i comandi, gli attacchi delle superfici, il carrello e la bulloneria sono realizzati in metallo».
I controlli
Benché ultraleggeri, aerei come lo Storch e gli altri della categoria, capaci di contenere il proprio peso a pieno carico a 450 (limite italiano) o 600 (limite europeo) chilogrammi, hanno un processo di gestazione non troppo dissimile da quello degli aerei da turismo.
«I fattori di cui deve tenere conto il progettista – spiega ancora Fasano – sono gli stessi: i pesi e le forze da calcolare, ali capaci di sorreggere la spinta del motore e superfici mobili per i cambi di direzione. E ogni progetto, anche quelli degli aerei più piccoli, è soggetto a un lungo e accurato controllo da parte dell’Ente nazionale per l’Aviazione civile, per ovvie ragioni di sicurezza». Soltanto una volta approvato il progetto la messa in produzione può partire.
La produzione
Individuato sul mercato il motore delle dimensioni, del peso e della potenza richiesti, il cuore del processo produttivo sta negli stampi dove la fibra (kevlar o fibre in carbonio quelle più comunemente utilizzate oggi) viene infusa con le resine.
I due semigusci delle ali, ad esempio, vengono realizzati in stampi e successivamente saldati per creare un corpo unico: al loro interno, oltre ai cavi, nella gran parte dei modelli di ultraleggero, Storch compreso, sono collocati anche i serbatoi del carburante (generalmente benzina verde).
«Il processo di infusione all’interno degli stampi – spiega ancora il professor Fasano – avviene sottovuoto, per minimizzare bolle e imperfezioni, che vanno sostanzialmente azzerate, per garantire la massima sicurezza e qualità dei componenti e del velivolo».
Le performance
L’evoluzione sia dei materiali che delle tecnologie, oltre alla digitalizzazione dei processi, ha consentito lo sviluppo di un’offerta di modelli sempre più performanti dal punto di vista delle prestazioni e più sicuri in volo, anche grazie all’utilizzo sempre più diffuso della strumentazione digitale a bordo.
Tutto di pari passo, nel caso della produzione di ultraleggeri, con un’attenzione tuttora sartoriale a ogni singolo pezzo e ovviamente con una grande attenzione alla specializzazione e alla formazione del personale.