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Infermiere, studenti e titolari di negozi a lezione di autodifesa a Gorizia per gestire le paure

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Anche nella paciosa Gorizia, che resta fortunatamente un’isola felice sul fronte degli episodi di cronaca nera, in tanti avvertono una crescente necessità di sicurezza. E a fornire loro una risposta arrivano iniziative come quella di Go Safe, associazione affiliata al Centro sportivo educativo nazionale che da tempo promuove corsi di autodifesa aperti a tutti, dalle donne agli uomini, dagli adolescenti fino a chi ha qualche anno in più sulle spalle.

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L’altra sera l’incontro inaugurale di un nuovo ciclo di lezioni nella palestra al primo piano del PalaBrumatti, dove le attività proseguiranno fino alla prossima estate ogni lunedì e ogni giovedì dalle 19 alle 20.30. C’erano ragazze e donne, c’erano giovanissimi alle prime prove e uomini con già una certa esperienza di arti marziali alle spalle.

«Si rivolgono a noi persone di ogni tipo – racconta Alberto Decolle, presidente di Go Safe che è anche uno degli istruttori, insieme a Esteban Marchetto ed Emanuele Vizzin, che si alternano nelle lezioni -. Abbiamo operatori socio-sanitari e infermiere, agenti delle forze dell’ordine o commercianti, figure che lavorano a contatto con un ampia porzione di pubblico. Ma anche studenti e studentesse, o liberi professionisti. Questo perché in tanti avvertono l’esigenza di vivere un’esperienza di crescita personale come quella che può fornire la pratica delle arti marziali, e al tempo stesso di costruirsi un bagaglio di conoscenze che può rivelarsi utile a cavarsi d’impaccio in situazioni di potenziale pericolo».

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Già, perché se, come detto, Gorizia è una realtà sostanzialmente tranquilla, a tutti capita di viaggiare, per diletto o per lavoro, e di trovarsi in grandi città o su mezzi pubblici, talvolta in luoghi più ostili. «Essendo il corso improntato all’acquisizione di tecniche di difesa personale, e non alla pratica sportiva o agonistica, l’apprendimento è molto più rapido – osserva l’istruttore Esteban Marchetto -. Ecco perché in molti seguono il corso solo per ottenere le basi, sentirsi più sicuri, e stare meglio con se stessi».

La disciplina utilizzata è quella del Kali filippino, arte marziale che permette di affrontare tutti gli scenari possibili in un’ipotetica aggressione. Si impara a difendersi lottando, schivando i colpi, reagendo ad attacchi portati con bastoni, armi bianche o improprie. Ma si impara anche qualcosa che, probabilmente, alla fine è anche più importante. «La prima cosa, la principale, è saper riconoscere il pericolo, per evitarlo e anticipare il rischio, senza nemmeno arrivare allo scontro», spiega Marchetto, che in ogni seduta si confronta con una quindicina di corsisti in media.

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Tra loro giovani donne come Jessica Bido o Chiara Della Porta. «L’aspetto che più mi affascina è quello di poter disporre degli strumenti per sentirmi più sicura», osserva Jessica, mentre Chiara spiega: «Ho iniziato quasi per caso lo scorso anno, spinta dal mio fidanzato. Poi la cosa mi è piaciuta a tal punto che ho deciso di continuare: per me non si tratta di sport, ma di confrontarmi con i miei limiti, saper gestire lo stress e magari le paure, conoscermi meglio. Francamente lo consigliere un po’ a tutte le ragazze».

La speranza è ovviamente che le tecniche apprese restino bagaglio puramente teorico, ma c’è anche chi si è trovato nella condizioni di mettere in pratica, o quasi, le lezioni. «Non ho dovuto combattere, per fortuna, ma mi è capitato di evitare una potenziale aggressione proprio grazie all’atteggiamento e agli insegnamenti appresi in questo corso», racconta ad esempio Daniele Lincetto, quarantottenne consulente informatico.

Ma oltre alle lezioni pratiche organizzate in palestra, Go Safe propone anche approfondimenti tematici: il prossimo lunedì sera, ad esempio, al PalaBrumatti gli istruttori parleranno ai loro corsisti dello spray al peperoncino, e di come o quando è corretto utilizzare questo strumento di difesa.