Chi è Andrea Beretta, il capo ultras dell’Inter tra pestaggi e Daspo: “A me in curva interessa il guadagno”
Cresciuto all’ombra dello storico capo ultras dell’Inter Vittorio Boiocchi, ucciso nell’autunno di due anni fa sotto la propria abitazione, Andrea “Berro” Beretta ha 49 anni ed è ritenuto una sorta di “capo militare” della curva Nord. La sua consacrazione a leader della curva interista arriva all’indomani dell’omicidio di Boiocchi, avvenuto il 30 ottobre del 2022. L’uomo, che ha già ammesso di aver ucciso (per difendersi, a suo avviso) Antonio Bellocco, erede di una potente famiglia ‘ndranghetista, era stato condannato ad un anno di carcere – pena poi tramutata in multa – per aver aggredito un ambulante napoletano nel febbraio del 2022.
In quella circostanza, Beretta rimediò anche un Daspo decennale che va ad accumularsi al divieto di entrare o dimorare a Milano per la “grave pericolosità” sociale. Titolare di un negozio di abbigliamento a Pioltello, dove viveva anche Bellocco, il “pedigree criminale” del 49enne comprende una denuncia per furto nel 2000, il coinvolgimento in una vasta operazione antidroga nel 2002, un’aggressione ai danni di un ex cognato nel 2014, anche questa avvenuta a Cernusco sul Naviglio, l’aggressione di un 57enne extracomunitario, l’assalto ad un locale prima della partita Inter-Roma del 26 febbraio 2017. Diversi i Daspo a cui è stato sottoposto. Beretta ha violato la misure in più occasioni: due volte nel 2019, due nel 2020 e tre nel 2021.
La condanna a un anno – convertita in una multa da 3.650 euro con la riforma Cartabia – è arrivata al termine di un processo con rito ordinario per il pestaggio dell’ambulante di origini napoletane. La sera di Inter-Liverpool, match di Champions League, Beretta – che aveva un Daspo ed era al baretto, luogo di ritrovo degli ultras, vicino allo stadio di San Siro – dopo aver sentito la voce dell’ambulante e, in particolare, il suo accento campano – ricostruisce il capo di imputazione – si sarebbe alzato e, con alcuni amici (alcuni non identificati), avrebbe preso a calci e pugni l’uomo.
Il leader della Nord, quindi, gli aveva anche strappato anche di mano lo spray medicinale che usava per prevenire attacchi di asma. Beretta l’avrebbe colpito fino a fratturagli una gamba e a provocargli un trauma cranico con contusioni e abrasioni. Il capo della curva Nord interista, che per la vicenda era finito agli arresti domiciliari, avrebbe anche urlato: “Noi siamo della curva, qua i napoletani non li vogliamo”. Da qui la contestazione dell’aggravante della finalità di discriminazione, che era caduta anche nel processo abbreviato con il quale era stato giudicato un altro esponente della curva nerazzurra.
Oltre a essere considerato il capo militare della Nord, diverse intercettazioni di Beretta sono agli atti di alcune inchieste della procura di Milano, come aveva già svelato mesi fa Ilfattoquotidiano.it. Nel 2020, il leader del cuore del tifo nerazzurro ne parla con Renato Bosetti, animatore degli Old Fans e figura di riferimento dell’estrema destra milanese. I due risultano nel direttivo comandato da Boiocchi fino all’ottobre del 2022 e in quello attuale diretto da Ferdico e nel quale risultava presente anche Bellocco. Beretta e Bosetti sono al telefono. Dice Beretta: “Te l’ho già detto l’altra volta, a me di tutte ste baggianate qua non me ne frega un cazzo”. Bosetti: “Questo è lavoro! È marketing”.
E ancora Beretta: “Parliamoci chiaramente: a me non è che mi piace star a buttar qua (…) se io lo faccio ci deve essere un rientro economico (…) a me tutte ste cose qua: la mentalità non mene frega un cazzo, la mia vita gira intorno al guadagno”. Bosetti concorda: “Siamo in due, io la penso come te!”. Sempre Beretta: “Lo sai benissimo io non faccio le cose per lo striscione a me non me ne frega un emerito cazzo! Volete andare in curva a cantare Bella ciao? A me non interessa”. Bosetti chiosa: “Nessuno lavora per il popolo”.
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