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Treviso, viale Battisti senza pini dopo ottant’anni: i residenti si dividono

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«È un atto di violenza contro la natura», attacca Anna Martignon. «Giusto abbatterli: il viale, con quelle radici enormi, era diventato pericolosissimo», il controcanto di Alessandra Lorenz, 80 anni. «Ci sta: sono caduta, ho fatto voli con la bici», rivela Martina Giuriato, 18 anni.

Il taglio dei 43 pini marittimi di viale Battisti continua a far discutere. Dopo le proteste e il sit-in di lunedì, giorno d’avvio del cantiere, a due passi da piazza Duomo parecchi (pure turisti stranieri incuriositi) si fermano per filmare l’abbattimento degli alberi e immortalare con il telefonino i pini ancora immacolati.

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Motoseghe in azione

I residenti si dividono fra favorevoli e contrari. Qualcuno è arrabbiato e trattiene a stento le lacrime nel vedere 80 anni di storia – l’età dei pini – cancellati a colpi di motoseghe.

Ma altrettanti ci tengono a esprimere soddisfazione per il restyling del viale: puntano il dito contro strada e marciapiede che, con l’asfalto sollevato, rischiano di far cadere chi è a piedi o in bici. Anzi, a qualcuno è successo.

Il taglio dei pini – sostituiti in futuro da querce e lecci – dovrà essere concluso per l’inizio della scuola – mercoledì 11 settembre – per permettere la riapertura della strada al traffico.

Nuovo viale Battisti

Al netto dei nuovi alberi, il viale sarà completamente ridisegnato.

E la novità piace appunto a Lorenz, che abita in via San Nicolò: «Un intervento necessario, le radici erano diventate troppo lunghe. Non c’erano alternative. Capisco sia brutto veder segare gli alberi, ma bisogna pensare all’incolumità delle persone. Quelle radici sono un pericolo».

Anna Martignon è invece disgustata: «Al di là delle radici, sono totalmente contraria. Così si fa violenza sulla natura, non si dà attenzione al futuro del pianeta. Mi viene da piangere. Eliminiamo il verde, mettiamo nuovo cemento, diamo spazio a nuovi supermercati: che futuro è?».

Il partito del sì

Lorenza Bernardello, 71 anni, ha una visione decisamente opposta: «Sono d’accordo con il taglio, marciapiede e strada erano diventati ormai impraticabili per chi si sposta in auto o a piedi. Bisogna pensare anche alla salute di noi “vecchiette”. Peccato per gli alberi, ma il viale era pericoloso. Poi comunque ci metteranno querce: gli alberi torneranno».

Giuriato, neomaggiorenne, appartiene a tutt’altra generazione. Eppure la posizione è la stessa, avendo precedenti non proprio piacevoli da raccontare: «Qui sono caduta più volte in bici. Bisognava farlo, positivo che poi ne pianteranno di nuovi».

Anche Massimo Donadello s’iscrive al partito del “sì” : «Il pino marittimo ha radici molto profonde e forti, cresce tanto nelle radici. Ha dato problemi anche a Jesolo, Viareggio, in Liguria. Fa disastri, l’ho visto con i miei occhi, posso portare la mia esperienza: ne avevo tre in giardino e le radici sono cresciute a dismisura. Credo che tagliare e cambiare tipologia di albero sia progresso. È uno dei viali più carini di Treviso: non si poteva tenerlo così».

Giulia Mencarelli fa una riflessione più articolata: «È vero, le radici sono fastidiose, ma è così da una vita e quegli alberi facevano anche ombra. Io non li avrei mai tirati giù».

Durissime le parole di Ingrid Ingrassia, abituata a passare spesso in bici da queste parti: «Spiace molto, è il viale più bello di Treviso. Questa è la sciocchezza di chi pensa che la natura in città non debba starci».

Un’operazione che mette in contrapposizione i residenti, che continua ad alimentare polemiche. I difensori del verde e gli innamorati degli alberi.